Finisce l’inverno e finalmente arriva il caldo, ma con esso tornano i disagi di chi soffre di allergia al polline. Oltre ai classici medicinali, si può stare meglio adottando qualche semplice abitudine.
Chi soffre di allergie al polline sa bene di cosa si sta parlando. Naso che gocciola, prurito e fastidio agli occhi, lacrime a non finire, tosse e bruciore in tutto l’apparato respiratorio. L’arrivo della primavera, per alcuni, è davvero una “dannazione”. La differenza tra il semplice fastidio che tutti proviamo quando respiriamo polvere o appunto polline e la patologia è davvero importante. Un’allergia ai pollini, in alcuni casi, comporta anche il comparire di sintomi più pesanti come quelli dell’asma, accompagnati da difficoltà respiratorie gravi. Va da sé che riuscire a superare indenni i mesi che precedono l’autunno è una vera impresa. I pollini, infatti, a seconda del luogo geografico e del tipo di pianta, possono spargersi per molti mesi, arrivando anche alle porte dell’autunno.
Per avere un’idea più precisa di quanto questa patologia sia realmente diffusa, si pensi che solo in Italia le persone allergiche sono intorno ai 10 milioni. Nel sito dell’ISS, si chiarisce quale sia la reale portata del disturbo, che comporta ovviamente anche costi sanitari e sociali ingenti. Questo perché alcuni soggetti subiscono sintomi talmente importanti che vanno a incidere su vita quotidiana e lavorativa.
“La reazione allergica è una risposta complessa determinata dall’interazione di diversi fattori, genetici, immunitari e ambientali. L’esposizione a un certo tipo di polline, nel soggetto allergico, induce l’organismo a produrre anticorpi specifici, le immunoglobuline E (IgE). Le IgE si legano alla superficie delle cellule presenti nelle mucose e nei tessuti del sistema respiratorio. Si innesca il rilascio di sostanze irritanti, come le istamine, che infiammano i tessuti dermici e delle mucose.”
Sempre secondo l’ISS, esistono cause per lo più genetiche a innescare un’allergia nelle persone. Non è detto, però, che chiunque non possa sviluppare l’allergia al polline o ad altre sostanze-alimenti. I fattori da prendere in considerazione sono molteplici e a volte anche chi non è predisposto manifesta allergia semplicemente per la vicinanza continua a determinati tipi di piante.
Chi è allergico, dunque, cosa deve fare? Naturalmente il medico di famiglia studierà la terapia più indicata per il proprio paziente. Esistono fortunatamente diversi rimedi che portano sollievo e leniscono infiammazioni e sintomi. Oltre a questo, però, si possono praticare alcune buone abitudini, che saranno di aiuto al trattamento farmacologico.
Innanzitutto, il consiglio “della nonna” di effettuare impacchi alla camomilla sugli occhi è sempre valido. La camomilla ha proprietà calmanti, rinfrescanti e lenitive. A fine giornata, l’area oculare irritata, affaticata e disidratata riceverà un bel sollievo. Anche le “occhiaie” gradiranno il trattamento.
Un’altra pratica molto utile può essere quella di lavarsi più spesso il viso, le mani e i capelli. Può sembrare un’ovvietà, ma proprio per questo magari non ci si pensa. Serve a eliminare i pollini che tendono a rimanere addosso anche una volta allontanati dalle piante “incriminate”. Di conseguenza, è bene cambiare spesso anche le federe del cuscino, perché anche lì – se non si sono sciacquati bene i capelli – possono rimanere le polveri che faranno star male durante il sonno.
Idem per gli amici a quattro zampe. Anche il nostro amato cane o gatto possono inconsapevolmente accumulare pollini nel pelo, innescando anche tra le mura di casa i sintomi dell’allergia. Altre buone abitudini per alleviare i sintomi consistono nell’utilizzare diffusori aerosol di oli essenziali. La maggiore umidità creata da questi dispositivi darà sollievo alle mucose irritate e disidratate. Naturalmente, è opportuno utilizzare essenze naturali e adatte a chi soffre di allergie, come camomilla, menta piperita o rosa.
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