Tempi bui per la nostra economia e non solo. L’attuale situazione non promette certo risvolti potenzialmente positivi nell’immediato.
L’inizio di questo 2022 è stato caratterizzato da una serie di dinamiche che di certo hanno minato non poche certezze. L’avanzata della pandemia e lo scoppio del conflitto tra Russia ed Ucraina non contribuiscono certo ad offrire all’opinione pubblica un pretesto per sperare nell’imminente futuro. L’incertezza e l’indecisione che per quasi due anni hanno governato di fatto le nostre vite tornano prepotenti e di sicuro in questa fase la fanno il bello ed il cattivo tempo.
Milioni di italiani, cosi come ben sappiamo vivono, al momento grazie ai sussidi erogati a vario titolo dallo Stato. Parliamo di politiche sociali rivolte a cittadini con redditi inferiori alla norma stabilita, al momento senza lavoro oppure di chi un lavoro ce l’aveva ma per un motivo o per un altro lo ha perso. Cosa succede in questi casi. Succede di fatto che proporzionalmente all’ultima retribuzione percepita l’Inps calcola una quota mensile che tende ad abbassarsi mese per mese, immaginando che nel frattempo si trovi una nuova occupazione, per un numero definito di mesi.
Parliamo insomma del vecchio sussidio di disoccupazione, l’attuale Naspi per intenderci. L’altra modalità presa in esame precedentemente è rappresentata chiaramente dal Reddito di cittadinanza, al momento una delle misure allo stesso tempo più amate e più contestate dalla popolazione e non solo. Nel caso della Naspi quindi ci troviamo di fronte ad un sostegno che lo Stato dispone per sopperire alle esigenze di dopo aver lavorato per un certo periodo resta senza lavoro. I pagamenti a tempo determinato dovrebbero culminare con l’inizio di una nuova esperienza lavorativa, questo almeno in teoria.
Una novità di certo poco piacevole riguarderà proprio i percettori di Naspi. Per loro infatti per il mese di marzo 2022 non sarà prevista alcuna erogazione di denaro. Parliamo di coloro i quali non hanno presentato in tempo il Modello NASpI Com entro lo scorso 31 gennaio. Per loro già nel mese di febbraio non è partito alcun accredito e la stessa cosa succederà per marzo. La comunicazione in questione doveva essere inoltrata da coloro i quali nel 2021 hanno percepito un reddito da lavoro autonomo o subordinato.
Il tutto insomma si riduce ad una sorta di aggiornamento della propria situazione reddituale, operazione più che legittima per quanto riguarda al richiesta perchè potrebbe lasciare intendere che al cittadino “x” non spetta più il sussidio in questione. Quello che è successo nelle ultime settimane, cosi come comunicato da Inps ha riguardato l’invio da parte dei cittadini di aggiornamenti riguardanti esclusivamente l’importo del nuovo eventuale reddito senza alcuna specificazione circa la sua natura, cosa invece determinante.
Inps ha quindi chiesto, ulteriormente, di comunicare tramite gli appositi canali l’ammontare del reddito prodotto e di specificare se la natura del rapporto lavorativo che ha generato il reddito in questione sia da considerare di tipo autonomo o subordinato. Parliamo dunque d informazioni più che preziose per il nostro Istituto di Previdenza Sociale. Una cattiva condotta in merito a tale operazione da eseguire potrebbe portare ad un ulteriore blocco delle erogazioni, qualcosa che di certo non conviene ai cittadini realmente bisognosi di ricevere il sussidio in questione.
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