La nuova riforma del catasto potrebbe produrre per i contribuenti delle conseguenze difficili da sostenere come un nuovo aumento delle tasse.
La nuova riforma del catasto annunciata dal governo sta preoccupando non poco i contribuenti italiani.
Da un lato si tratta di una misura per certi versi indispensabile. Parliamo infatti di un elenco che non viene aggiornato dallo stato italiano da quasi un secolo. Dall’altro però, molti hanno paura che le loro tasse, come quelle sulla prima, aumenteranno grazie a questo nuovo aggiornamento di cui discute l’esecutivo.
Molti timori riguardano ad esempio possibili variazioni che si potrebbero verificare, aggiornando questa lista, nel calcolo dell’Isee. Preoccupa molto in tal senso l’articolo numero sei contenuto nella nuova delega fiscale. Questo infatti stabilisce che verrà attribuito a ogni unità immobiliare un preciso valore immobiliare. Oltre a questa, verrà anche fornita una nuova valutazione dell’immobile che sarà attualizzata in base ai costi del mercato.
Al momento però, non è ancora chiaro che tipo di meccanismo metterà in atto il governo per dare via a questa rivalutazione. Un’ipotesi la si può fare dando ad esempio per scontato che il testo presentato non verrà rimaneggiato. Ma non sarebbe una bella prospettiva in questo caso. Così fosse, la quantificazione della relativa tassa da pagare sarebbe soggetta a una metodologia molto incerta.
E che molti sostengono possa essere manipolata con troppa discrezione dal Ministero. Non sono state previste a riguardo delle regole specifiche, ed è questo in fondo che sta preoccupando molto analisti e contribuenti. Un’altra ipotesi in campo, sostiene come con questo meccanismo, a partire dalla data del 2026, questa rendita di mercato possa essere utilizzata per calcolare l’Imu, la tassa sulla prima casa.
E questo per l’appunto, è uno dei più grandi timori per i cittadini, che già adesso fanno sempre molto difficoltà a pagare questa tassa, per via del suo enorme costo. Ma potrebbero in questo caso anche aumentare le imposte dirette che riguardano l’acquisto di un immobile, vedendo così aumentare l’imposta di registro.
Ma lo stesso problema si verificherebbe anche in caso di successione ereditaria. I nuovi calcoli porterebbero infatti il contribuente con buona probabilità a superare le attuali franchigie previste. E in ultimo, la nuova riforma del catasto potrebbe anche portare come diretta conseguenza un aumento delle imposte ipocatastali che riguardano le volture degli immobili.
Perché poi molti hanno paura che l’aggiornamento di questa lista possa influenzare il calcolo dell’Isee, portando ad aumento delle tasse? Il motivo è semplice. In questo indicatore, rientrano nel calcolo gli immobili di proprietà. Logico che se con nuova riforma aumenta il valore dei locali detenuti da un cittadini, il reddito risulterà più elevato.
Il pericolo è grande. Si potrebbe infatti creare una situazione in cui una persona in condizioni economiche difficili, ma con alcune proprietà immobiliari, magari avute in eredità, veda così aumentare il proprio reddito. E si potrebbe trattare di una variazione che gli inibisce l’accesso a molte misure d’aiuto economico.
La maggior parte dei bonus che il governo vara per la fascia più disagiata della popolazione, hanno infatti proprio l’Isee come requisito d’ingresso. C’è poi un ultimo problema sollevato da molti analisti economici.
Il meccanismo fissato dall’articolo 6 della legge sulla delega fiscale, è confuso, come si accennava in precedenza. Il timore è che con una procedura così poco chiara, il gettito fiscale ne risentirà molto. Ma non solo, ma un’altra conseguenza da non sottovalutare potrebbe essere dietro l’angolo. Nulla infatti garantisce che una simile riforma, epocale per la sua portata, non finisca con il mettere in crisi l’intero mercato immobiliare.
Stando così le cose infatti, e nell’ipotesi che il testo non venga cambiato, gli acquirenti non avrebbero mai un’idea chiara dei costi e delle tasse che si ritroverebbero a sostenere dopo l’acquisto.
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