Pensioni, gli assegni di quest’anno saranno di sicuro più alti di quelli del 2022. Vediamo nel dettaglio perchè stanno avvenendo questi aumenti.
In questo momento, si può tranquillamente sostenere che l’inflazione è uno dei veri spauracchi d’Europa.
La sua crescita continua ad avanzare inarrestabile da un bel di tempo ormai, e gli analisti economici continuano a restare molti preoccupati. In molti sono convinti che entro pochi mesi, sarà necessario un intervento molto convinto da parte delle banche centrali mondiali.
Non tutti sanno però che questa, quantomeno nel breve termine, potrebbe inaspettatamente rivelarsi una buona notizia per alcune categorie di persone. Alcuni pensionati infatti potrebbero finire con l’avere dei vantaggi da tutto questo. E proprio grazie all’inflazione, i loro assegni pensionistici potrebbero aumentare. Questo in realtà è già accaduto lo scorso anno. Nel 2021 infatti, la situazione macroeconomica europea e l’inflazione, hanno portato gli assegni pensionistici ad aumentare di circa l’1,9 per cento.
Ma è quest’anno che tutti attendono un’impennata ancora più forte dei prezzi.
Difficile pensare che l’inflazione possa scendere quando i prezzi delle materie prime continuano ad aumentare a questo ritmo. Certo, non esiste esperto che in questo momento possa fare delle previsioni molto attendibili in merito. La guerra scoppiata in Ucraina rende l’attuale quadro geopolitico complesso e molto instabile.
Troppo presto per capire come finirà, e se ci troviamo ad esempio di fronte ad una guerra lampo. Ma una delle poche certezze, sembra per l’appunto essere quella relativa all’aumento delle pensioni. Chi andrà in pensione nel 2023, percepirà di sicuro più soldi di chi invece ci è andato nel 2022.
In Italia la gestione di questa emergenza ha richiesto che il governo mettesse da parte la riforma delle pensioni. Una legge di cui si discute da tanto tempo, e che adesso risulta nuovamente congelata, alla luce di quanto sta accadendo. Alcune fonti interne a Palazzo Chigi, hanno oltretutto fatto filtrare che Draghi intende proprio chiedere un blocco contrattazione.
Si vuole insomma mettere anche un freno alle trattative che si stavano portando avanti in merito con i sindacati. L’unica certezza dunque al momento, arriva soltanto da un provvedimento già autorizzato dal governo. Parliamo di Quota 102. Si tratta di una misura fortemente voluta dalla Lega. Un provvedimento che permette ai lavoratori di poter uscire anticipatamente e andare in pensione.
Il requisito richiesto è quello di avere almeno 64 anni e almeno 38 anni di contributi. Il governo ha prorogato Quota 102 solo per il 2022 e non anche per quest’anno.
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