Pensioni, non tutti lo sanno ma ci sono alcuni casi in cui lo stato può bloccarne il pagamento. Vediamo nel dettaglio quali.
Non tutti lo sanno ma di norma il pagamento di una pensione di norma non può essere bloccato dallo stato.
In primo luogo perché la prestazione pensionistica è un diritto a cui si accede grazie al versamento di contributi ed è come tale garantito dalla legge. Esistono però alcuni casi in cui questo può accadere, e per questo che i contribuenti devono essere informati e fare particolare attenzione.
Tenendo comunque sempre a mente che anche in questi casi previsti dalla legge in cui è possibile attuare un blocco dei pagamenti, l’ente pensionistico resta comunque vincolato ad agire secondo alcuni principi legali.
Al momento, uno dei casi in cui più spesso l’Inps ha sospeso il pagamento delle pensioni riguarda coloro che hanno aderito alla misura di entrata anticipata chiamata Quota 100. Attualmente infatti, nel caso in cui la soglia di reddito da lavoro supera la cifra di 5 mila euro. Esiste infatti in proposito un divieto di cumulo stabilito dalla legge, che oltretutto riguarda anche molte altre prestazioni.
Questo ad esempio è anche il caso dell’indennità da invalidità civile. Se infatti il beneficiario supera i limiti previsti dalla legge per il reddito singolo dichiarato, il pagamento della prestazione può essere sospeso dall’Inps.
E questo vale anche per le pensioni di reversibilità. Soltanto che in questo specifico caso, laddove si superino i limiti di reddito stabiliti, la legge prevede non una sospensione ma una riduzione dell’importo spettante dalla prestazione. Anche i pensionati che hanno deciso di andare a vivere all’estero devono stare attenti a questa possibilità.
Ogni anno infatti si è tenuto ad inoltrare all’Inps la propria dichiarazione dei redditi anche se si risiede in uno stato estero. In ogni caso, nella maggior parte dei casi, le pensioni vengono sospese quando viene messa in atto per altri motivi una procedura di pignoramento dalla legge dei beni del richiedente.
Ci sono comunque dei limiti entro cui l’Istituto di Previdenza può ridurre gli importi. Questo può essere di un quinto per le pensioni fino a 2.500 euro, di 1/7 per le rendite comprese tra 2.500 euro e 5 mila euro e di un decimo per le pensioni superiori alla cifra di cinquemila euro.
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