Venivano chiamati scemi di guerra ed è una categoria che è stata dimenticata da tutti subito dopo la grande guerra. Vediamo nel dettaglio.
Chi sono gli scemi di guerra? Si tratta di una storia che la maggior parte di noi non conosce, anche perché accaduto tanto tempo fa, durante la prima guerra mondiale.
Sia prima che dopo il conflitto infatti ci furono sul nostro territorio migliaia e migliaia di soldati che venivano ricoverati. Il motivo era dovuto ad alcuni problemi mentali che questi avevano sviluppato d’improvviso. Molti ad esempio diventavano d’improvviso muti e iniziavano a camminare in modo strano, come se la loro muscolatura si fosse di colpo irrigidita.
I medici all’inizio non riuscivano a capire cosa stava accadendo a queste persone. Le cartelle cliniche del tempo parlano ad esempio di sintomi come dei tremori incontrollabili, e di una grande sensibilità a tutti i rumori circostanti. In poco tempo naturalmente, l’interesse dei maggiori psichiatri del tempo verso ciò che accadeva a questi soldati crebbe a dismisura.
In fondo, considerato anche il periodo storico, per molti medici significava trovarsi di fronte a un vero e proprio mistero della psiche. Gli psichiatri erano oltretutto una categoria che stava acquisendo importanza proprio in quel momento, e il motivo di questo è dovuto al fatto che da alcuni decenni era stata introdotta la legge che riconosceva i manicomi. Nel 1915 viene avanzata un’ipotesi molto importante da parte di un medico su cosa potesse essere accaduto a questi soldati.
Lo psicologo Charle Myer pubblica infatti un articolo e introduce per la prima volta il concetto di shell shock, un’espressione che in italiano può essere tradotta con “shock da bombardamento”. Si tratta di una sindrome che oggi conosciamo con il nome di disturbo post traumatico. Secondo lo psicologo infatti, alcune cause tra cui il frastuono dei bombardamenti ma anche l’avvelenamento dovuto al monossido di carbonio, avevano provocato delle lesioni cerebrali in questi soggetti.
Fu un primo passo storico per riconoscere una patologia che ancora oggi attanaglia l’umanità. Nel 1971 fu poi il neurologo Joseph Babinski a migliorare questa ipotesi, suggerendo che si trattava di sintomi che potevano essere riconducibili all’isteria. In quel momento oltretutto fu un’affermazione storica, perché l’isteria era riconosciuta come malattia solo alle donne. Il trattamento previsto in questo caso era l’ipnosi e il neurologo suggerì di fare lo stesso con i soldati.
Questa situazione destò un grande scandalo ai tempi. In molti infatti iniziarono a parlare di omosessualità latente per i soldati affetti da questa patologia. Questo naturalmente creò una discriminazione sociale che rese questi ragazzi vittime due volte della crudeltà umana.
Prima della guerra, e poi dell’ignoranza dei loro stessi concittadini. Molti vennero addirittura aggrediti fisicamente a causa di queste dicerie.
C’era poi un’altra ragione di fondo se questo fenomeno che colpiva i soldati venne prontamente nascosto, assecondando certe voci. La politica italiana non voleva in alcun modo collegare la guerra a questi disagi. Circa 40 mila soldati finiranno a causa di questa miopia nei manicomi di tutta Italia. Uno dei tanti drammi dimenticati della nostra epoca.
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