Passata di pomodoro “addio”. In questo caos provocato dalla guerra in Ucraina ogni giorno si scoprono nuove “vittime”. Ecco oggi a chi tocca.
La guerra in Ucraina sembra stia diventando un “attacco” mirato verso tutto ciò che conoscevamo come “italiano”. Pasta, farina, formaggi, olio. Oggi l’ultimo prodotto in lista che rischia di “scomparire” dalle nostre tavole è la passata di pomodoro.
Qualcuno potrebbe obiettare che in realtà i pomodori sono stati introdotti in Italia con l’incontro tra il Vecchio e il Nuovo mondo, avvenuto nel ‘500. Ma da allora un bel po’ di storia è passata – il gioco di parole ci sta – sotto ai ponti, e possiamo dire che la “pumadoru“, come dicono in Sicilia, sia un prodotto che rappresenta le abitudini culinarie tipiche del Bel Paese.
Ebbene, dopo questa piccolissima digressione storica, possiamo comunque affermare che anche la passata di pomodoro sta risentendo della guerra. E forse si aggiungerà alla lista dei prodotti introvabili. Ma com’è possibile? Ce lo spiega molto bene la Coldiretti, in una “denuncia” che è stata posta all’attenzione del Governo pochi giorni fa.
In un momento in cui i costi dell’energia – e quindi produttivi – sta stritolando le imprese italiane, Coldiretti afferma senza mezzi termini che “il problema è serio”, e che si rischia di non trovare più a scaffale la passata di pomodoro “Made in Italy”.
“Senza accordo sul prezzo del pomodoro per pochi centesimi al chilo rischia tutta la produzione di salsa e passate Made in Italy. Ciò, proprio in un momento in cui con la guerra in Ucraina e l’esplosione dei costi delle materie prime e dell’energia l’Italia ha bisogno di mettere in campo tutte le sue risorse per garantire le produzioni alimentari e le forniture di cibo alle famiglie italiane“.
La mancanza di un accordo per la pianificazione della raccolta dei pomodori “non permette agli agricoltori di affrontare costi di produzione in ascesa vertiginosa. Il rischio è quello di una riduzione delle superfici dedicate a uno dei prodotti più diffusi in cucina, usato per condire dalla pasta alla carne, dalla pizza alle bevande.”
Sempre tramite Coldiretti apprendiamo che “l’Italia che è ai primi posti nel mondo per la produzione di polpe e trasformati e che nel 2021 ha coltivato oltre 71mila ettari a pomodoro fra nord e sud del Paese per un raccolto di oltre 6 miliardi di chili garantendo gli approvvigionamenti alle famiglie. Il nulla di fatto nelle trattive con le industrie rischia quindi di favorire le importazioni dal resto del mondo già cresciute del 40% nell’ultimo anno, con l’invasione di pomodoro, fra salse e passate, da parte di Cina (+47%) e Stati Uniti (+59%) con una vera e propria esplosione degli arrivi dalla Turchia passati da 189mila chili a quasi 23 milioni di chili di derivati e trasformati.”
Insomma, per i non addetti ai lavori (lavori di guerra, in questo caso) può sembrare incredibilmente assurdo che a causa di un conflitto esterno debbano nascere così tanti problemi che, alla fine, ricadono sempre sugli stessi. Le famiglie italiane. Quale sarà il prossimo prodotto “Made in Italy” messo al bando? Attendiamo gli sviluppi.
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