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Categories: Economia

Carburante e guerra in Ucraina, le nuove misure del governo: i dettagli

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Il costo del carburante in Italia è ormai insostenibili e la speranza è che questi nuovi decreti possano realmente aiutare la popolazione. Vediamo nel dettaglio. 

Due decreti per aiutare la popolazione italiana a fronteggiare le difficoltà arrivate proprio quando sembravamo finalmente essere usciti dall’emergenza sanitaria.

Pixabay

Il governo guidato da Mario Draghi ha infatti varato la scorsa settimana il decreto Ucraina e il decreto energia. Due misure che si propongono di offrire un valido sostegno economico, in particolar modo ai cittadini italiani, ormai esasperati dall’aumento delle utenze energetiche e dal caro carburante. 

Carburante, benzina e gasolio molto vicini ai 2,30 euro al litro

Al momento sia la benzina che il gasolio hanno un prezzo molto vicino ai 2,30 euro al litro. Per questo dunque, l’esecutivo ha provato adesso a varare dei nuovi provvedimenti che riescono a calmierare questi aumenti incontrollati. Non bisogna poi dimenticare che in questo momento anche le aziende stanno soffrendo oltre ogni limite, a causa del rapido incremento delle materie prime.

Nessun analista riesce però a capire se questa situazione sia strettamente collegata al conflitto iniziato da Putin in Ucraina, o se invece si tratti di una speculazione finanziaria pura. La prima cosa che ha fatto il governo nel decreto energia, è stata quella di seguire un’indicazione che era arrivata più volte nelle ultime settimane dalle associazioni a tutela del consumatore.

Si è deciso infatti tagliare le accise sul carburante. La soluzione adottata da Draghi può essere efficace, nonostante non posso non preoccupare il suo carattere provvisorio. 

Carburante, taglio delle accise per 30 giorni deciso dal governo per ridurre i costi

Si è infatti stabilito che a partire dalla data del 22 Marzo 2022 ci sarà una riduzione del costo della benzina grazie a un taglio delle accise. La riduzione prevista è di 25 centesimi al litro. Il problema però è che questi sconti, come si accennava in precedenza, sono provvisori e hanno una valenza pari a trenta giorni di tempo. È stato poi anche creata una misura ad hoc per le aziende ed i dipendenti.

Questi per tutto l’anno in corso, avranno la possibilità di usufruire di buoni benzina. Questi verranno ceduti a titolo gratuito dalle aziende private ai dipendenti. Il limite previsto per ogni buono del consumatore è di 200 euro. Si tratta oltretutto di uno sconto che non concorre in alcun modo alla formazione del reddito del lavoratore. I buoni benzina saranno infatti detassati.

È stato poi previsto un credito di imposta che consente di poter acquistare del carburante per essere utilizzato nei settori dell’agricoltura e della pesca. Un nuovo bonus dunque che verrà riconosciuto alle attività commerciali che si occupano di pesca e agricoltura. 

Introdotti anche dei buoni benzina di massimo 200 euro per i dipendenti

Permetterà di avere uno sconto del 20 per cento sull’acquisto di carburante a patto che la spesa avvenga nel primo semestre dell’anno ancora in corso, il 2022. Infine, ci sono dei provvedimenti che hanno lo scopo di aiutare anche il settore dei trasporti. È stato infatti creato un fondo dedicato al settore. Il governo per finanziare ha stanziato una cifra pari a circa cinquecento milioni di euro per il 2022.

Che non sia una situazione semplice, lo ha ammesso anche Draghi nella conferenza stampa della scorsa settimana. La guerra in Ucraina potrebbe presto presentare un conto più salato di quanto il vecchio continente abbia messo in conto. E infatti il premier italiano, pur ripudiando ogni tono allarmistico, non ha nascosto una verità. 

La dipendenza dal gas della Russia potrebbe costringere il nostro a pensare a un razionamento delle risorse

E cioè che se il conflitto dovesse continuare a questa condizioni, vista la nostra dipendenza dalla Russia, potremmo essere costretti a dover razionare le risorse. D’altronde sono settimane che il Ministero dello Sviluppo Economico guidato da Giorgetti discute della possibilità di bloccare l’export. Una riflessione dettata evidentemente dalla paura che il conflitto interno all’Europa iniziato dalla Russia, possa ben presto tramutarsi in una vera e propria crisi alimentare.

Lo si sta già vedendo su alcuni prodotti come l’olio di mais, che arriva nel nostro continente all’80 per cento proprio dall’Ucraina. La produzione adesso si è interrotta e questo ha messo in difficoltà tantissime aziende italiane. Parliamo infatti di un prodotto che viene utilizzati dalla nostra industria come ingrediente per tantissimi prodotti. Tra questi vi sono ad esempio i biscotti italiani che ogni giorno troviamo tra gli scaffali dei supermercati.

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