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Pensioni

Riscatto contributi non pagati dal datore di lavoro: ecco come recuperarli

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Il datore di lavoro deve versare al lavoratore i relativi contributi previdenziali. Cosa succede se ciò non accade?

Il lavoratore ha diritto, non solo a uno stipendio adeguato alle mansioni stipulate nel contratto, ma anche al pagamento dei relativi contributi previdenziali per i periodi lavorativi. Quindi, il datore di lavoro non può “dimenticare” di versarli. Questo perché per alcuni lavoratori è possibile andare in pensione in anticipo solo con i contributi.

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Un lettore pone un quesito agli Esperti di InformazioneOggi: “Buongiorno. Sono nato il 18/01/1964 e ho iniziato a lavorare con il libretto 01/01/1982. Nel passaggio da una azienda all’altra non mi hanno versato i due mesi di contributi. Si potrebbe riscattarli e quanto dovrei pagare quei mesi che mancano? Grazie mille”.

Riscatto contributi, cosa dice la normativa

Ai lavoratori spettano i contributi previdenziali per i periodi lavorati. Il datore di lavoro è obbligato a versarli, ma non sempre ciò accade. Infatti, capita che alcuni datori di lavoro si “dimenticano” di versare alcuni periodi lavorativi. Di solito, il lavoratore se ne accorge solo al momento di andare in pensione, quando controlla l’estratto conto previdenziale. Quando ciò accade, porre rimedio è ormai tardi e il lavoratore non potrà più richiederli perché l’omissione risulta prescritta.

Per evitare questo, è stata introdotta la legge 1338/1962. L’articolo 13 stabilisce la facoltà del riscatto. In pratica, il lavoratore può riscattare i periodi contributivi “persi” in misura pari alla pensione o alla quota adeguata che spetterebbe se versati. In questo modo, ai fini pensionistici il lavoratore non perderebbe i periodi contributivi che il datore di lavoro non ha versato.

Di regola, però, questa opportunità può essere applicata solo per i contributi non versati, contando a ritroso, superiori a cinque anni. I contributi non versati entro cinque anni, invece, per il principio di automaticità delle prestazioni, saranno accreditati, all’INPS al lavoratore, in automatico (solo in determinate condizioni).

Chi può richiedere la facoltà di riscatto

La facoltà di riscatto è prevista solo per i lavoratori dipendenti con un’assicurazione generale obbligatoria. Ne sono esclusi gli autonomi poiché questi lavoratori devono versare i contributi previdenziali loro stessi. Affermando che anche questi lavoratori dipendono da un “datore di lavoro”, la Corte costituzione è intervenuta per tutelare i lavoratori autonomi “più deboli”. Si tratta in particolare dei:

  • familiari coadiuvanti e coadiutori dell’imprenditore artigiano o commerciale, che devono però documentare che nel periodo di omissione hanno effettivamente lavorato;
  • coltivatori diretti, coloni e mezzadri, devono dichiarare i periodi non coperti oppure l’iscrizione negli elenchi (continua);
  • collaboratori iscritti alla gestione separata non obbligati al versamento diretto della contribuzione, come collaboratori coordinati, a progetto, occasionali, gli associati in partecipazione.

Una volta ottenuti i periodi contributivi mancanti, il lavoratore potrà fare causa al datore di lavoro, se non provvede al versamento dei contributi. La domanda di riscatto può essere presentata in qualsiasi momento perché non decade. Inoltre, può essere presentata anche più volte dallo stesso lavoratore e per lo stesso periodo, se non accolta in precedenza.

Infine, la domanda di riscatto può essere presentata anche dai titolari di pensione.

Come calcolare i contributi non versati

I contributi previdenziali non versati possono incidere al momento della maturazione dei requisiti per il pensionamento, ma anche al momento della sua decorrenza. Infatti, nel riscattare i contributi, se la rendita viene accreditata a un lavoratore già pensionato, questa viene integrata già nella pensione. In caso contrario, i contributi riscattati saranno valutati a tutti gli effetti.

Per i periodi di anzianità che ricadono nel sistema retributivo l’onere sarà quantificato in termini di riserva matematica. Ovvero, tramite il calcolo basato sulle retribuzioni percepite dal lavoratore nell’intero periodo lavorativo. Se rientrano nel sistema contributivo l’onere sarà calcolato in percentuale, applicando un’aliquota contributiva, in base alla presentazione della domanda di riscatto, secondo la gestione pensionistica in cui sono inseriti i contributi (D.lgs. n.184/1997).

Conclusione

In risposta al nostro Lettore, in base a quanto riportato, se si trova nel fattore temporale sopra esposto può chiedere all’INPS il riscatto dei contributi. Per chiarimenti sulla sua posizione può rivolgersi direttamente all’INPS contattando il Contact center al n. 803 164 (da rete fissa) o 06 164 164 (da rete mobile).

Se hai dubbi o vuoi porre una domanda di carattere previdenziale, fiscale e legge 104, inviala alla mail: esperto.informazioneoggi@gmail.com

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