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Scuola

Carta Docente da 500 euro ai precari? La decisione è sbalorditiva

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Alla Carta Docente 500 euro hanno diritto anche i lavoratori precari? Il tribunale di Torino ha emesso una sentenza rivoluzionaria.

Moltissimi docenti, rappresentati da Anief (l’Associazione Nazionale insegnanti e formatori), hanno presentato ricorso dinanzi al Tribunale di Torino in merito alla possibilità di beneficiare del bonus di 500 euro spettante ai professori.

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Il Giudice torinese ha emesso una sentenza davvero sorprendente, accogliendo al richiesta del sindacato e predisponendo ben 3.000 euro di risarcimento per gli anni precedenti.

Carta Docente 500 euro: in cosa consiste tale beneficio?

La Carta Docente 500 euro è un bonus economico, introdotto dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, con la legge n.107 del 2016 all’art. 1 comma 121. Si tratta di una Carta elettronica, da utilizzare “per l’aggiornamento e la formazione dei docenti delle istituzioni scolastiche”.

L’importo spendibile è di 500 euro per ciascun anno scolastico.

In che modo può essere utilizzata? La Carta Docenti ha lo scopo di promuovere l’acquisto di:

  • libri, testi e riviste utili all’aggiornamento professionale;
  • dispositivi elettronici;
  • iscrizione a corsi di aggiornamento, svolti da enti accreditati presso il Ministero dell’Istruzione;
  • iscrizione a corsi di laurea, post lauream o master relativi al profilo professionale;
  • biglietti per l’ingresso in musei, mostre ed eventi culturali;
  • biglietti per teatro e cinema.

Il caso concreto: la Carta Docente 500 spetta anche ad un professore precario?

Il Giudice del Lavoro ha recepito una sentenza del Consiglio di Stato con la quale era stato riconosciuto il diritto alla Carta Docenti 500 euro ad un professore precario di religione cattolica.

La suddetta sentenza del Consiglio di Stato (la n.1842/2022) ha risolto una questione molto spinosa e dibattuta, eliminando la diversità di trattamento tra i docenti di ruolo e quelli precari. Anche questi ultimi, infatti, hanno diritto ad incentivi per l’acquisto di strumenti necessari per espletare al meglio il loro lavoro e per la possibilità di formazione .

Nel caso specifico, un docente precario di religione cattolica aveva presentato ricorso per l’erogazione dei 500 euro annuali, più quelli arretrati dei 5 anni precedenti durante i quali aveva svolto supplenze, per una somma complessiva di 3.000 euro. Per gli aggiornamenti su una vantaggiosa opportunità di “Lavorare all’università: 7 opportunità per chi cerca il ‘posto fisso’ raggiungendo anche una serenità economica.

La decisione del Consiglio di Stato

Per il Consiglio di Stato, “il docente a tempo determinato ha diritto al beneficio della c.d. Carta del docente”. Infatti, “ai sensi degli artt. 63 e 64 del CCNL di categoria, l’Amministrazione scolastica ha l’obbligo di fornire a tutto il personale docente, senza alcuna distinzione tra docenti a tempo indeterminato e a tempo determinato, strumenti, risorse e opportunità che garantiscano la formazione in servizio, tra le quali certamente può comprendersi la Carta del docente”.

La decisione del CdS si è resa necessaria perché il Ministero dell’Istruzione aveva, inizialmente, negato l’erogazione della Carta elettronica del Docente ai precari. In tal modo, dunque, aveva generato un meccanismo “a doppia trazione”. Quella, cioè, dei docenti di ruolo, la cui formazione obbligatoria era assicurata dalla concessione del Bonus e quella dei docenti non di ruolo, per i quali non era prevista formazione obbligatoria e, quindi, nessun beneficio economico.

Il tribunale di Torino, riconoscendo il diritto alla Carta Docente 500 euro al professore precario di religione, non ha fatto altro che ribadire la sentenza del Consiglio di Stato.

Conclusioni

Il Giudice torinese, dunque, ha riconosciuto il diritto del ricorrente al bonus economico di 500 euro, attraverso la Carta elettronica del Docente. Tale misura, infatti, è necessaria ai fini della formazione e dell’aggiornamento del personale docente, indipendentemente dal fatto che abbiano contratto a tempo indeterminato o meno.

All’interessato, infine, è stato assegnato anche una somma di 3.000 euro, corrispondente al bonus maturato per gli anni scolatici dal 2015/2016 al 2020/2021 e, ingiustamente, non ancora percepiti.

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