Gli insegnanti che hanno deciso di non vaccinarsi nei mesi scorsi ritorneranno a scuola. Ma potranno stare a contatto con gli studenti?
Con la fine dell’emergenza da Covid-19, è stato realizzato un nuovo decreto che disciplina una delle sue fasi più delicate.
Stiamo parlando di un avvicinamento maggiore a quella che era la normalità di una volta. E questo nuovo cambiamento non può non riguardare il complesso scolastico, uno dei luoghi più pericolosi per il contagio.
Il decreto legge Covid 24/22 riporta al suo interno delle nuove disposizioni anche per il personale scolastico e universitario. In esso, sono ridefinite le norme che riguardano il vaccino e la sua obbligatorietà. Il testo, di recente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, in pratica permetterà agli insegnanti non vaccinati di tornare a scuola, pur mantenendo l’obbligo di vaccinazione fino al 15 giugno prossimo.
Questo vuol dire, dunque, che dal prossimo 1° aprile 2022 i docenti in questione non saranno più sospesi dal loro lavoro. Si tratta di un piccolo passo avanti, volto a far integrare chi ha deciso di vaccinarsi e chi, invece, no. Dall’altro canto, però, non bisogna cantar vittoria: è possibile che una situazione del genere possa portare anche a conseguenze negative.
Pertanto, è sempre bene stare allerta e aspettarsi davvero di tutto. Il virus è ancora in circolazione, non è stato debellato e sono molti i soggetti che, nonostante la terza dose, lo contraggono nuovamente. Sul possibile ritorno alla normalità si era espresso anche il ministro Bianchi. Costui, proprio di recente aveva parlato del futuro delle gite scolastiche e dell’addio alle mascherine in classe. Invece, concentrandoci sul personale ATA e scolastico, vediamo come possono chiedere i permessi grazie alla legge 104. Dopo questa breve panoramica sulla ultime news scolastiche, possiamo addentrarci nell’argomento principale.
Una bella notizia per tutti quei docenti che hanno deciso, chi per un motivo e chi per un altro, di non sottoporsi alla vaccinazione. Questi, in data 1° aprile 2022, ritorneranno a scuola e a ricevere lo stipendio. Più che altro, però, la differenza rispetto al periodo pre-Covid è che cambierà il loro modo di lavorare. Infatti, questi non potranno insegnare. Ciò vuol dire, fisicamente parlando, che non saranno presenti in aula con i loro alunni fino alla fine di questo anno scolastico.
Più che altro, dovranno smettere i panni di docente e affrontare una nuova realtà. A questi saranno destinate nuove mansioni, per lo più parliamo di attività di supporto alla formazione dei ragazzi. Ma nel concreto, non ancora si sa di cosa effettivamente si tratti. Questo è un discorso esteso sia ai docenti dei vari gradi di scuola che a quelli universitari. Un’altra buona notizia è che, sempre dal mese di aprile, perderanno di validità le sanzioni riguardanti l’inadempienza del vaccino.
In passato, si è pensato al destino degli alunni dei docenti non vaccinai. Come sarebbero andati avanti e cosa avrebbero fatto dall’assenza dei loro insegnanti? Ebbene, per evitare ulteriori disagi, è nato il programma “supplenze Covid”. In pratica, il dirigente scolastico sostituiva i docenti non vaccinati con dei nuovi, ovviamente con vaccino, attraverso dei contratti a tempo determinato.
Con il nuovo decreto, però, cambierà anche qualcosa in merito. Qualora i docenti di ruolo decidessero di vaccinarsi, il dirigente scolastico potrà riammetterli al loro ruolo di professore. Questo sarà possibile dal 1° aprile fino alla fine dell’anno scolastico in corso.
Per sicurezza, si è anche pensato di prorogare le supplenze Covid con un nuovo calendario in cui sono riportati i termini di scadenza dei contratti. Nella Provincia di Bolzano, i contratti scadranno il 16 giugno, mentre nel Friuli-Venezia Giulia l’11 dello stesso mese. Il 10 giugno, invece, è la data di scadenza per le Regioni Toscana, Liguria, Sicilia e per la Provincia di Trento.
Il 9 giugno tocca a Puglia, Calabria e Umbria, mentre l’8 giugno a Piemonte, Campania, Sardegna e Veneto. Stessa data è prevista per Abruzzo, Lazio, Molise, Basilicata, Lombardia e Valle d’Aosta. Il 4 giugno è la data di scadenza per le Regioni Marche ed Emilia-Romagna. Infine, il 30 giugno è il termine previsto per le scuole dell’infanzia di tipo statale.
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