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Economia

Busta paga di marzo più bassa: spiacevole sorpresa per tutti, ecco perché

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Sorprese nella busta paga di marzo. Infatti, il cedolino sarà più “leggero”. La comunicazione sul sito del MEF.

La comunicazione è stata pubblicata sulla piattaforma NoiPA del ministero dell’Economia e delle Finanze. Infatti, la legge di Bilancio 2021 (Legge n. 234/2021) ha introdotto molte novità sia fiscali sia previdenziali.

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Gli effetti sulla busta paga di marzo saranno evidenti. Tra le motivazioni la riforma fiscale e l’assegno unico ma anche la revisione di bonus e agevolazioni. La conseguenza è un ribasso sull’importo del cedolino di marzo.

Busta paga di marzo: cedolino più “leggero”

La riforma Irpef, insieme all’assegno unico ha reso più leggero lo stipendio di marzo. È ci saranno proprio nel cedolino di questo mese gli effetti delle due riforme.

La riforma fiscale, in vigore da gennaio, ha ridotto gli scaglioni delle aliquote (da cinque a quattro) e ridistribuito i redditi. Modificando in questo modo anche le agevolazioni e i bonus, compreso i 100 euro del bonus Renzi (o trattamento integrativo).

Invece, l’assegno unico (in realtà assegno unico e universale), entrato a regime proprio il mese di marzo, ha sostituito l’assegno al nucleo familiare. Adesso si basa sull’Isee e non più sul reddito.

Sarà pagato direttamente dall’INPS nelle modalità decise dal richiedente e non più in busta paga. Di conseguenza, l’importo dello stipendio sarà ridotto. Inoltre, l’assegno arriverà a marzo solo per chi ha fatto domanda entro febbraio. Tutti gli altri, se faranno richiesta entro giugno, potranno ricevere gli arretrati.

Cedolino e bonus Renzi

La legge di Bilancio 2022 ha modificato i parametri del bonus Renzi. Infatti, ha cancellato la detrazione per i redditi più alti. Quindi i lavoratori dipendenti e assimilati con redditi fino a 15mila euro riceveranno in busta paga l’importo intero di 100 euro (voce “trattamento integrativo”).

Invece, per i redditi tra i 15mila e i 28mila euro, il bonus non sarà inserito più in busta paga, ma compensato dall’incremento della detrazione fino a un massimo di 945 euro all’anno.

Le detrazioni da considerare sono indicate negli articoli 12 e 13 del TUIR (Testo unico delle imposte sui redditi) e riguardano: spese edilizie, interessi su mutui, spese sanitarie, versamenti volontari. Queste spese saranno verificate nella prossima dichiarazione dei redditi. Quindi, i dipendenti con un reddito maggiore di 15mila euro dovranno aspettare il prossimo anno per vedere gli importi regolarizzati.

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