In una scuola sono stati ritrovati migliaia di rifiuti tossici, sconvolgendo la comunità del luogo. Vediamo nel dettaglio cos’è successo.
C’è un caso di inquinamento e di rischio della salute per i più piccoli, che in Italia sta facendo molto discutere. Si tratta di una scuola che di recente si è scoperto è stata costruita in un luogo in cui prima c’era un’industria chimica.
È accaduto nella città di Brenta, un comune che si trova in provincia di Padova. Qui infatti è stata fatta una scoperta che ha letteralmente sconvolto la comunità del luogo. Nel giardino dell’istituto scolastico sono stati infatti ritrovati rifiuti tossici in quantità abnormi.
D’altronde non si è arrivati a fare questa scoperta per puro caso. Le indagini sono nate in seguito ad alcuni dati che erano stati analizzati dalle università padovane. Studi che avevano dimostrato come i numeri sui tumori, in un arco di tempo compreso tra il 2003 e il 2018, fossero fin troppo alti. Rispetto alle medie nazionali infatti a Brenta si sono registrati in questi anni, decessi e un rischio di cancro ai polmoni maggiore del 16 per cento rispetto ad altre zone sul territorio italiano.
Un’incidenza molto anomala che ha convinto gli studiosi del luogo a raccogliere nuovi dati per fare chiarezza sulle cause. Il ritrovamento di questi rifiuti risale al 2022. In quel momento erano infatti in corso nella scuola dei lavori di ristrutturazione. Gli operai trovarono migliaia e migliaia di detriti tossici mentre stavano scavando in prossimità dei giardini della scuola.
Capire le cause di questo ritrovamento non è stato difficile. Fino al primo decennio degli anni cinquanta infatti in quella zona c’era un’azienda chiamata Paolo Camerini, dal nome del suo fondatore. Un’impresa chimica che si occupava di produrre concimi perfistati.
Dopo la sua chiusura, al suo posto arrivò negli anni sessanta lo stabilimento chimico della Montecatini che vi rimase per qualche anno, fino al 1963. L’Istituto superiore della città venne costruito in quella zona circa un decennio dopo, all’inizio degli anni ottanta. E adesso sappiamo come purtroppo il terreno su cui venne edificato era contaminato da rifiuti tossici.
Il problema però riguarda tutte le analisi su agibilità e salubrità dell’Istituto che sono state condotte fino al 2020, che non sembrano mai aver evidenziato alcun problema in merito. E come sempre, a rimetterci per colpa di questa superficialità sono i più piccoli, costretti a crescere e frequentare la scuola ogni giorni in un luogo che si è dimostrato un vero e proprio buco nero di rifiuti radioattivi
Adesso, com’è normale che sia, la comunità scolastica di Brenta si interroga su cosa fare. Impossibile pensare di continuare l’attività scolastica in un luogo circondato da rifiuti tossici.
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