In questi giorni si sta registrando un fenomeno considerato anomalo. In corso c’è un picco di casi di influenza, che si sovrappone al Covid.
L’allentamento delle restrizioni, che arriva insieme alla fine dello Stato d’Emergenza, preoccupa gli esperti e l’invito è sempre quello di prestare molta cautela. Tra Covid e influenza, poi, c’è molta confusione. Potrebbe essere difficile riconoscere i sintomi tra la “classica” influenza stagionale o il più temibile virus contro cui stiamo combattendo da 2 anni.
Sono già 5 milioni gli italiani afflitti dall’Influenza stagionale. Si tratta di un numero piuttosto alto, e che suscita sorpresa. A trainare l’estensione del virus pare che siano i bambini al di sotto dei 5 anni di età, che contano le percentuali più alte di malati. Andiamo a capire meglio cosa sta succedendo, quali sono le precauzioni da adottare e come riconoscere le diverse malattie.
Il “rapporto del sistema di sorveglianza InfluNet dell’ISS” mostra una situazione “strana” e preoccupante al tempo stesso. Come sappiamo, l’influenza di stagione è una malattia che non è mai scomparsa. Anche se “messa da parte” dal Covid. Quest’anno, dopo un andamento regolare dei casi registrato fino a febbraio, ha preso una svolta a rialzo, e si sono registrati tantissimi casi di sindromi simil-influenzali. Non solo, il fenomeno sembra inarrestabile e tutt’ora in crescita. Sono infatti già 5 milioni gli italiani che hanno preso il “classico malanno”.
Un’altra nota da segnalare è l’età delle persone più colpite da questa forma di influenza: sembra che siano i bambini al di sotto dei 5 anni che stanno avendo i maggiori disagi. Siamo a 6,94 casi per 1.000 tra i bambini e i ragazzi da 5 a 14 anni (con un aumento di due punti percentuali rispetto alla scorsa settimana); si scende ad un 4,45 per 1.000 nella fascia d’età compresa tra i 15 e i 64 anni, mentre si abbassa a 1,77 registrato negli over 65, e comunque in leggerissimo aumento sempre rispetto alla settimana passata.
Nel mentre, il Covid sembra che abbia ripreso vigore: solamente nella scorsa settimana sono stati registrati quasi 300 mila casi e la curva continua a salire. Ad oggi, l’incidenza è arrivata a 4,76 casi ogni 1.000 abitanti.
I dati preoccupano perché sono ben 3 settimane che l’indice continua a salire: l’ultimo incremento è del 5,6% e anche sul fronte della curva relativa ai deceduti siamo ad un +10,8%. Si tratta di una evoluzione contemplata, come ci dicono gli esperti, ma preoccupa un po’. Come infatti dichiara Cesare Damiano nel Report dell’Osservatorio Covid-19, “Anche se lo avevamo messo in conto, il dato ci preoccupa“. E continua: “Ci auguriamo di trovarci di fronte a un picco, ma non possiamo esimerci dal considerare troppo affrettato l’allentamento delle misure di prevenzione e di cautela voluto dal Governo.”
La preoccupazione riguarda il fatto che molte persone non hanno ancora ricevuto la terza dose, e rimangono i non vaccinati che sarebbero più esposti al contagio. Da più parti, insomma, arrivano messaggi che invitano alla cautela.
Nel mentre, chi si ammala può andare in confusione e non sapere se ha contratto il Covid o l’influenza. Oltre a fare un tampone, così da togliere ogni dubbio, segnaliamo i consigli degli esperti, che ci chiariscono la differenza tra le due malattie.
Anche se sono entrambe malattie a carico dell’apparato respiratorio, possiamo riconoscere i sintomi e cercare di capire se sia Influenza o Covid. Nel primo caso, compaiono febbre, dolori muscolari, mal di gola e/o tosse secca. Ma anche brividi, “naso che cola”, starnuti e stanchezza generalizzata.
Per quanto riguarda il Covid, soprattutto nelle varianti Omicron, si hanno disagi prevalentemente all’apparato gastro intestinale: vomito e diarrea, ma anche gonfiori e dolori addominali. Contemporaneamente si possono avvertire anche stanchezza, dolori muscolari e raffreddore.
(le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici pubblicati su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)
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