Shrinkflation, c’è una pratica condotta dalle multinazionali che sta ingannando tantissimi consumatori. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
I rincari energetici e l’abnorme aumento dei prezzi sulle materie prime, stanno mettendo a dura prova il vecchio continente.
La guerra in Ucraina per certi versi, non ha fatto altro che esaperare una crisi che era già alle porte. E in molti paesi europei, a pochi giorni dall’inizio della guerra, era già iniziata la corsa ai supermercati per molti consumatori. Il timore era infatti che a causa del conflitto alcuni prodotti diventassero introvabili in poco tempo.
Logico come nel 2022, a fronte di una situazione che sta diventando drammatica, i consumatori stiano facendo molta più attenzione che in passato a quello che comprano e al loro prezzo. Ed è per questo che vi è stato un ritrovato interesse per una pratica molto conosciuta condotta dalle grandi multinazionali alimentari, ma che fino a questo momento erano in pochi a conoscere.
Viene chiamata in gergo “Shrinkflation” e si tratta sostanzialmente di un trucchetto che i grandi produttori utilizzano per guadagnare di più, ingannando in modo sottile il consumatore. In sostanza, l’azienda propone sugli scaffali dei prodotti al prezzo di sempre, ma riducendo in modo minimo le quantità. In questo modo i consumatori magari acquistano distrattamente il prodotto allo stesso prezzo di sempre, senza però rendersi conto che gli sta venendo proposta un’altra confezione con un minore quantitativo.
E le multinazionali che negli anni hanno sfruttato questa pratica alla luce del sole per arricchirsi, sono tantissime. Lo ha fatto ad esempio la Nestlè in modo persino più estremo di quanto abbiamo spiegato in precedenza riguardo a questo trucchetto. La multinazionale alimentare infatti ha dato il via a delle nuove edizioni dei suoi prodotti più caratteristici, come il Kitkat oppure il twix, proponendogli ad un quantitativo ridotto, ma a un prezzo maggiorato del 25 per cento.
In America questa è un condotta molto comune, mentre nel vecchio continente si registrano meno casi di multinazionali alimentari che speculano in questo modo. Anche se poi le maggiori realtà produttive del comparto alimentare, hanno sede proprio negli Usa e questo non va dimenticato.
E dunque necessario che i consumatori inizino a fare particolare attenzione quando acquistano dei prodotti, in particolar modo quelli che sono abituati a comprare quotidianamente. Il rischio infatti è quello di non accorgersi che la quantità di prodotto presente nella confezione è stata cambiata.
Da non trascurare poi che spesso i produttori quando decidono di avviare questa pratica, per provare a sedurre ulteriormente l’acquirente realizzano degli appositi e accattivanti packaging. Su Reddit è possibile trovare tantissime foto in cui viene denunciato azioni di shrinkflation da parte delle multinazionali, con gli utenti che hanno ormai preso l’abitudine di fare queste segnalazioni.
I grandi produttori hanno provato a giustificarsi nel tempo di fronte a queste accuse, sostenendo che si tratta di pratiche indispensabili alla sostenibilità finanziaria dell’azienda. E questo per loro vale in particolar modo in questo periodo, in cui a causa del conflitto iniziato in Ucraina, la recessione economica sembra ormai alle porte e i costi di produzione di alimenti sono sempre più alti.
Ragion per cui, il fenomeno dello shrinkflation potrebbe addirittura aumentare nei prossimi mesi, con tante aziende che sceglieranno di ridimensionare in modo impercettibile per i consumatori i loro prodotti, in modo da aumentare il loro margine di guadagno. Ma come possono i consumatori difendersi da una pratica che per quanto legale, resta comunque molto scorretta?
Come spiegavamo in precedenza, la prima cosa da fare è iniziare ad essere più attenti nei nostri acquisti al supermercato. Potrebbe ad esempio diventare un’ottima abitudine, quella di imparare a guardare regolarmente il quantitativo contenuto nei prodotti che si acquista, in modo accorgersi subito di eventuali variazioni. E diventare più sospettosi quando un’impresa ci propone negli scaffali del supermercato lo stesso prodotto di sempre, ma con una nuova confezione. Quello infatti spesso è il primo segnale di un’operazione di shkrinflation da parte delle multinazionali.
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