Il noto cantante Al Bano Carrisi è stato protagonista di una vicenda davvero “bizzarra”. Oggetto della “contesa”, 30 casse di vino del valore di quasi 3.000 Euro.
Oltre ad essere un cantante famoso in tutto il mondo, Al Bano vanta una splendida tenuta nel Salento. Il cantante è un appassionato ed esperto di vini e vanta una produzione apprezzata a livello internazionale.
Alcune delle sue etichette scompaiono velocemente dagli scaffali ogni volta che compaiono in qualche nuovo punto vendita. Anche perché dietro all’avvio della sua attività, c’è una commovente storia di amore, passione, nostalgia e nobili sentimenti. Forse non tutti sanno, ad esempio, che molte bottiglie di Al Bano hanno i nomi delle sue canzoni, e addirittura una porta il nome di suo padre. Tutte le etichette provengono dalle campagne di Cellino San Marco, il paese dal il cantante, tanti anni or sono, fuggì per sottrarsi alla miseria.
“Partirò, diventerò un cantante e quando tornerò, costruirò una cantina per dedicarla a te” giurò un giorno Al Bano a suo padre Carmelo. E ha mantenuto completamente la sua promessa. Non solo è un cantante famosissimo ma uno dei suoi vini – il “Platone” – è anche considerato uno dei 300 migliori vini in tutta Italia.
Le parole di Sergio Angioi, il suo personal manager, confermano il fatto che Al Bano sia un grande esperto di vini, oltre che semplice appassionato. Dunque non un mero investimento per far fruttare il patrimonio accumulato. Ma la realizzazione di uno scopo, la dimostrazione che quando sono in gioco l’amore vero e la volontà si può arrivare fin dove si vuole e anche oltre. Forse è per questo che la clamorosa truffa che ha subito il cantante ha suscitato molto clamore. Un “colpo al cuore”, più che una perdita in denaro. Ma andiamo a scoprire cos’è successo.
La vicenda ha avuto inizio nel 2018, ma solamente di recente ha trovato “lo sbroglio”. Un giorno come tanti, un ordine come tanti. Al Bano e i suoi collaboratori sono abituati a gestire flussi importanti di affari legati alla cantina, così come al resort e al ristorante della splendida tenuta sita vicino a Lecce.
Arriva un ordine dalla casella email, da parte di un cliente che in quel momento sembrava già conosciuto, o comunque rispettabile. 30 casse di pregiati vini Al Bano, per un valore di quasi 3.000€. Più precisamente 2.538. Tutto “regolare” anche qualche giorno dopo, quando con una mail inviata dal medesimo mittente arriva la ricevuta del pagamento effettuato a mezzo bonifico. Una banca con sede a Las Palmas, nelle Isole Canarie.
Nella mail, anche la comunicazione di ritiro della merce. Nei giorni seguenti, come da accordi raggiunti col compratore, arriveranno infatti i vettori a caricare le casse e a portarle via. Se non che, dopo un po’, Al Bano scopre la truffa. Il pagamento non è mai avvenuto.
La tempestiva denuncia alle Autorità Competenti ha permesso di rintracciare in seguito il prezioso carico, anche se purtroppo ne mancava una parte. Dopo le indagini, è stato individuato il “colpevole”, che si presume abbia architettato il colpo con un complice. F.V, un 32enne di Oria, verrà giudicato a maggio, con rito abbreviato.
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