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Pensioni

Assegno di cura con legge 104: come ottenere fino a 1.800 euro al mese

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L’assegno di cura è un aiuto economico, stabilito dalle Regioni, per permettere di assistere i familiari disabili. Quando viene riconosciuto? A quali condizioni?

I lavoratori che devono assentarsi dal lavoro perché costretti ad accudire i familiari non autosufficienti e bisognosi di costante assistenza, possono richiedere dei benefici economici, come l’assegno di cura.

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Ma, esattamente, in cosa consiste, come funziona, a quanto ammonta e che requisiti bisogna possedere per richiederlo?

Assegno di cura:  che cos’è e perché è previsto

L’assegno di cura è un sostegno economico erogato nei confronti di colori che assistono in casa un disabile non autosufficiente. Attenzione, però, a non confondere tale misura con l’assegno di accompagnamento; i due benefici, infatti, si differenziano per una caratteristica molto importante. Mentre l’accompagnamento deve essere richiesto, riconosciuto e versato dall’INPS, l’assegno di cura, invece, è amministrato dal Comune.

Dunque, a differenza dell’accompagnamento, che è previsto da leggi nazionali, l’assegno di cura è regolato da specifiche leggi regionali, come, ad esempio, la legge n.05/1994 per l’Emilia Romagna, o la delibera della Giunta Regionale n.1633 del 30 ottobre 2006, per la regione Puglia. Ogni Regione, quindi, gestisce in autonomia la concessione di tale indennità.

È utile sottolineare, inoltre, che l’assegno di accompagnamento e quello di cura non sono due aiuti economici che si escludono a vicenda, ma sono assolutamente differenziati e compatibili tra loro. Nella maggior parte dei casi, infatti, le Regioni riconoscono l’assegno di cura a coloro che già usufruiscono dell’indennità di accompagnamento.

A quanto ammonta la somma dell’assegno di cura?

Poiché il potere circa i requisiti (e dunque, anche l’importo) dell’assegno di cura è in mano alle Regioni, non esiste un importo uguale in tutto il territorio nazionale, ma esso è variabile. Ogni Giunta Regionale, infatti, stabilisce i criteri necessari per la concessione e l’importo da versare. Quest’ultimo si basa su diversi elementi, quali:

  • l’ISEE del disabile;
  • la patologia da cui è affetto;
  • il possesso di immobili di proprietà di valore;
  • la presenza o meno di una badante.

In base a questi indicatori, la Regione decide di corrispondere la misura economica che, nella maggior parte dei casi, va da un minimo di 50 euro ad un massimo stabilito dalla Regione stessa. Per conoscere, dunque, tutte le informazioni relative alla domanda di assegno di cura bisogna rivolgersi alla Regione di appartenenza o all’ufficio URP del Comune.

Esempi di assegni di cura in due territori differenti

  1. Assegno di cura previsto dalla Provincia di Bolzano. L’importo varia a seconda del livello di assistenza di cui il disabile ha bisogno. Quindi, maggiori sono le ore di assistenza necessaria, maggiore è l’importo riconosciuto, fino ad un massimo di 800 euro mensili. Nel dettaglio:
  • assistenza da 60 a 120 ore mensili: assegno di 558,50 euro;
  • assistenza da 120 a 180 ore mensili: assegno di 900 euro;
  • assistenza da 180 a 240 ore al mese: assegno di 1.350 euro;
  • assistenza di 240 ore al mese: assegno di 1.800 euro.
  1. Assegno di cura per l’Emilia Romagna. Tale Regione corrisponde un assegno di cura e un ulteriore contributo di 160 euro al mese per i casi più gravi. Bisogna, però, rispettare determinate soglie di reddito e, dunque, non superare questi valori ISEE:
  • 25.000 euro annui per l’assegno di cura;
  • 20.000 euro all’anno per il contributo di 160 euro, da utilizzare per il pagamento e la messa in regola di badanti.

Beneficiari dell’assegno

L’assegno di cura è riconosciuto ai soggetti e agli anziani disabili, incapaci di deambulare o non autosufficienti. Ogni Regione, in totale autonomia, prevede le specifiche circostanza per usufruirne; per tale ragione, esso non è garantito allo stesso modo in tutto il territorio.

In ogni caso, per presentare domanda di assegno di cura, devono esserci tali presupposti:

  • reddito ISEE familiare inferiore a un certo importo, sancito dalla Regione;
  • certificato medico che dimostri la non autosufficienza;
  • demenza;
  • presenza o meno di collaboratori o badanti.

Per conoscere nel dettaglio tutti i requisiti e i termini per presentare la domanda, è necessario recarsi presso l’URP (l’Ufficio Relazioni con il Pubblico) del proprio Comune di residenza. A  tale scopo, spesso i Comuni emettono un bando di domanda, a cui è necessario partecipare presentando tutta la documentazione richiesta.

Dopo la scadenza del bando, il Comune stila una graduatoria di coloro che posseggono tutti gli elementi necessari. I beneficiari, tuttavia, dipendono dai fondi a disposizione, dunque può accadere che si venga inseriti ma che non si riceva l’assegno, in caso di esaurimento dei fondi.

Presentazione della domanda

Il modulo di richiesta cambia in base alla Regione, oltre che presso l’URP comunale e il sito Internet, si può reperire presso i Caf o i Patronati della propria città, capaci di prestare assistenza dalla compilazione della domanda fino al suo invio.

Le informazioni da inserire sono le seguenti:

  • i dati anagrafici del disabile;
  • i dati del richiedente l’assegno;
  • il rapporto tra disabile e richiedente;
  • l’IBAN su cui accreditare l’assegno o eventuali altri metodi di pagamento prescelti.
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