La ricetta dematerializzata si è rivelata molto utile durante la pandemia di Covid. Ma rimarrà ancora in essere oppure no? Le novità.
Molte sono le procedure “straordinarie” che sono state adottate durante gli ultimi due anni. Ma potremmo dire che “non tutte le pandemie vengono per nuocere”. Tanti servizi, infatti, paradossalmente hanno cominciato a funzionare meglio. Uno di questi è la ricetta dematerializzata.
Ma come funziona? Se qualcuno ancora non ha avuto modo di utilizzarla, sicuramente è meglio così. Significa che gode di ottima salute. La ricetta dematerializzata, infatti, è una sorta di evoluzione di quella che conosciamo tutti, quella “rossa”. Il documento con il quale il medico di famiglia prescrive farmaci oppure visite specialistiche. Non solo innovativa dal punto di vista tecnologico ma anche molto comoda. E dal 1 aprile c’è una novità.
Poter ritirare medicinali in farmacia senza prima andare dal medico a prendere la ricetta si è rivelato molto utile. Parliamo dei tempi della pandemia, ovviamente. Si sono evitati affollamenti negli studi medici e quindi il rischio di alti contagi. Con la ricetta dematerializzata, infatti, il cittadino si reca direttamente in farmacia. Esibendo il Codice Fiscale ottiene ciò che il medico ha prescritto.
L’iniziativa è stata apprezzata anche dagli anziani, fisiologicamente meno propensi a imparare l’uso di cellulari, internet, certificati via email eccetera. Naturalmente, esiste sempre la possibilità di farsi inviare via SMS o posta elettronica gli estremi di una ricetta e fruire del servizio o della vendita del farmaco in farmacia.
Questa modalità emergenziale, più semplice e “vicina al cittadino” ha funzionato talmente bene che il Governo ha deciso di proseguire in questa direzione. Ufficialmente, infatti, lo scorso 31 marzo è finito lo Stato di Emergenza. Ma alcune pratiche straordinarie sono destinate a rimanere anche nella “nuova normalità”.
Tramite un’ordinanza emessa dalla Protezione Civile, infatti, sono state prorogate fino alla fine del 2022 tutte quelle misure di semplificazione per ritirare le medicine in farmacia in modalità “dematerializzata”.
Molto entusiasta di come l’iniziativa abbia avuto e stia avendo successo è, tra gli altri, l’assessore regionale alle Politiche per la salute Raffaele Donini, che dichiara: “Durante il difficile periodo dell’emergenza pandemica il servizio sanitario ha saputo rispondere all’esigenza di velocizzare e semplificare alcuni servizi per i cittadini. La ricetta dematerializzata, ad esempio, con la possibilità di ritirare i farmaci mostrando il proprio tesserino sanitario, ha rappresentato un grande aiuto per tutti, in particolare per chi ha meno familiarità con le tecnologie. Con scelte come quelle fatte dal Dipartimento della Protezione civile nazionale, stiamo dimostrando che siamo sulla strada giusta per disegnare la sanità del futuro. Quella in cui le farmacie diventano parte di un sistema che si caratterizza per la vicinanza ai cittadini e per la possibilità di erogare servizi in maniera semplice, veloce e completamente dematerializzata.”
Non possiamo che concordare quanto affermato dall’Assessore. In effetti, se c’era bisogno di qualche tipo di intervento in Italia era sicuramente l’ammodernamento, la semplificazione e lo snellimento di molte procedure. Ben vengano dunque le nuove modalità e il “nuovo vestito virtuale” della ricetta rossa.
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