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Hai mai cucinato la pasta a fuoco spento? L’idea geniale che fa risparmiare

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La cottura passiva, così si chiama la pratica di cuocere la pasta a fuoco spento, è l’idea del secolo. A conti fatti, si risparmia ed è anche più “sicuro”.

La necessità aguzza l’ingegno, dicevano i nostri nonni. E probabilmente mai come adesso ci vogliono soluzioni “furbe” per risparmiare. Luce e Gas. E anche carburanti, ma questa è un’altra storia. Oggi illustriamo un metodo di cottura efficace e valido, ma soprattutto geniale: la pasta a fuoco spento.

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Parlare di cottura senza fuoco può sembrare un vero e proprio ossimoro. Come si fa a cucinare qualcosa senza calore? La domanda sorge spontanea. Se pensiamo a come abbiamo cucinato fino ad oggi la pasta, sono ben chiari nella mente i passaggi. Si prepara la pentola con l’acqua, si aggiunge il sale – esistono diverse scuole di pensiero anche sul quando – si attende che l’acqua bolla. Poi si butta la pasta e, mescolando di tanto in tanto, si fa cuocere per i minuti indicati nella confezione. Una volta scolata, si gusta con il condimento preferito. Ma come togliere uno dei passaggi fondamentali, ovvero il calore? Eccolo spiegato nel dettaglio.

Pasta a fuoco spento, la soluzione per risparmiare da provare oggi stesso

Per prima cosa ricordiamo che la pasta, per cuocere, necessita di un’acqua alla temperatura di 80 gradi. Quindi non completamente a bollore. Probabilmente già qualcuno, subito dopo averla buttata in pentola, abbassa la fiamma, per non far strabordare tutto fuori. In realtà, la cottura passiva, come viene chiamata questa tecnica, sfrutta il calore che si è accumulato mentre si attendeva che l’acqua bollisse.

In pratica, basta fare così. Intanto, per cominciare a risparmiare, si copre la pentola d’acqua con un coperchio. Arriverà prima alla temperatura di 80-100 gradi. Una volta raggiunta, si butta la pasta. Si fa riprendere il bollore, sempre coprendo con un coperchio. Si attende 2 minuti circa. Poi, si spegne la fiamma, e si lascia il coperchio chiuso sulla pentola.

Grazie alla conservazione del calore, che rimarrà sufficiente ancora per un bel po’, la pasta finirà di cuocere per i minuti restanti. Ad esempio, se sulla confezione sono previsti 10 minuti, trascorsi i 2 con il fuoco acceso basterà lasciare la pasta nell’acqua ancora calda per gli 8 minuti che rimangono. Sicuramente, per chi non vuole sbagliare, è meglio scegliere formati con minor tempo di cottura. Pensiamo poi alla pasta fresca, che impiega solo 3-4 minuti.

I vantaggi della cottura a fuoco spento

Oltre ad un risparmio di gas, che di questi tempi può far davvero comodo, cuocere in modo passivo porta ulteriori vantaggi. Pensiamo ad esempio a chi, mentre cuoce la pasta, ha bisogno dei restanti fornelli per preparare i secondi e i contorni. Troppe pentole sul piano cottura sono più difficili da gestire, e si corrono dei pericoli di rovesciamento.

Inoltre, posizionando la pentola calda su un altro piano, possiamo anche allontanarci dalla cucina – se non c’è qualcos’altro sul fuoco – senza temere una fuoriuscita della pasta o altri “guai”. Il consiglio, infine, è quello di optare per una pentola con coperchio a chiusura ermetica, così da non far uscire il calore durante la fase a fuoco spento. E il quantitativo di acqua ideale sarebbe di 1 litro per ogni 100 grammi di pasta.

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