Per predire un infarto è sufficiente un’analisi del sangue. Le nuove tecnologie consentono una precisione doppia rispetto ai vecchi test.
Un prelievo per capire se si è a rischio infarto, ictus o insufficienza cardiaca entro quattro anni. Le recenti ricerche consentono di fare passi in avanti nella prevenzione.
All’inizio del secolo ‘900 la speranza di vita si aggirava intorno ai 62 anni. Oggi, le aspettative medie di vita toccano gli 80 anni, quasi vent’anni di differenza ad indicare dei notevoli passi in avanti nella medicina, nelle cure delle malattie e, soprattutto, nella prevenzione. I vaccini e la ricerca sono due delle variabili che regalano ad un bambino che nasce oggi la speranza di vivere fino all’anno 2.102 sapendo che determinate malattie possono essere sconfitte e alcune addirittura prevenute. E’ il caso dell’infarto, dell’ictus e dell’insufficienza cardiaca, tre patologie molto serie che secondo le ultime ricerche è possibile individuare prima che si verifichino. La scienza, o meglio un’analisi del sangue particolare, consentirebbe di conoscere i rischi di insorgenza degli attacchi nei quattro anni successivi all’esame.
Gli scienziati hanno sviluppato un’analisi del sangue che consente di prevedere l’insorgenza di ictus, infarti e insufficienza cardiaca nei quattro anni successivi all’esame. Un’indicazione del genere potrebbe salvare la vita a tante persone iniziando in tempo, anzi prima ancora che sia necessario, le cure adeguate.
Parliamo di un test basato sulla misurazione delle proteine nel sangue che è preciso il doppio rispetto alle valutazioni già esistenti. Sapendo i rischi in cui incorre il paziente, i medici potrebbero avere nelle mani più strumenti da utilizzare per ridurre una certezza in possibilità fin quasi a debellare il pericolo. La modifica di una terapia, l’aggiunta di altri farmaci, con una semplice analisi del sangue si identificherebbe la cura più idonea per personalizzare la medicina. Una nuova frontiera, secondo il dottor Stephen Williams del Colorado, che consentirà di valutare lo stato degli organi, dei tessuti e delle cellule in un dato momento ottenendo un’analisi più accurata rispetto ai test genetici.
La ricerca è stata condotta con apprendimento automatico e ha analizzato 5 mila proteine raccolte in campioni di plasma sanguigno di 22.849 persone. Ne sono state identificate 27 in grado di prevedere la possibilità dell’insorgenza di infarto, ictus o insufficienza cardiaca entro quattro anni. Le tre citate sono solo alcune delle malattie che l’analisi del sangue può aiutare a prevedere e dunque a prevenire. Inoltre, il test consente di capire come i farmaci assunti vengono assorbiti dall’organismo e se stanno compiendo o meno il loro compito. Infine, attraverso l’analisi del sangue si possono classificare i pazienti in base a livelli di rischio (da basso ad alto) e associare loro una percentuale di probabilità relativa al verificarsi una patologia.
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