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Economia

Limite dei contanti, un passo indietro che fa gioire i contribuenti, ecco di cosa si tratta

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Qual è il limite dei pagamenti in contanti? Un passo indietro del Governo consente ai cittadini di sorridere, almeno per il 2022.

Novità sui pagamenti in contanti; in pochi mesi un cambio di rotta del Governo ha riportato i limiti su vecchi tetti. Scopriamo direttive e conseguenze in caso di infrazione.

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Il 2022 è iniziato con una grande novità in riferimento ai pagamenti in contanti. Il limite sarebbe sceso da 1.999,99 euro a 999,99 euro. Così è stato per i primi mesi dell’anno in corso ma, oggi, la regola è nuovamente cambiata e la soglia dei 2 mila euro è stata reimpostata. Fino al 31 dicembre 2022 sarà possibile effettuare transazioni in contanti per somme inferiori a 2 mila euro. Superando tale limite, invece, si è obbligati ad effettuare pagamenti elettronici tracciabili in modo tale che il Fisco possa verificare con esattezza il motivo del passaggio di denaro, la provenienza e la destinazione. Violando questa direttiva si rischierà di incorrere in pesanti sanzioni, fino a 50 mila euro. Otto mesi ancora, dunque, per sfruttate la vecchia soglia perché dal 1° gennaio 2023 verrà introdotto il limite più stringente di 999,99 euro.

Limite dei contanti, le regole da conoscere

Nel 2022 si potranno effettuare versamenti in contanti fino a 1.999,99 euro e sarà obbligatorio procedere con mezzi di pagamento tracciabili – bonifici, carte di credito, assegni – al di sopra di questa cifra. La normativa, poi, puntualizza altre questioni come, ad esempio, la possibilità di pagamento a rate. Poniamo l’esempio di un pagamento di 5 mila euro. Rateizzare la somma in tre rate da 1.667 euro l’una non è concesso a meno che non incorrano due precise condizioni.

La prima è la chiara previsione della rateizzazione nel contratto secondo una formula di accordo tra avvocato e cliente per il pagamento dovuto in relazione alle fasi processuali della causa. La seconda condizione è che il pagamento a rate rientri “negli usi e nelle consuetudini commerciali” come, ad esempio, la somma dovuta ad un ingegnere per l’aver effettuato lavori di ristrutturazione pagato in base agli stati di avanzamento dell’opera.

Conseguenze del superamento della soglia

Effettuare pagamenti in contanti superando il limite di 1.999,99 euro significa destare l’attenzione del Fisco e l’inizio di controlli e verifiche che porteranno il contribuente a giustificare le proprie azioni. Nello specifico, l’Agenzia delle Entrate avrà dubbi sulla legalità di un’operazione quando assiste ad un prelievo superiore ai mille euro da parte di un cittadino e imprenditori. Nello stesso tempo saranno sotto controllo le entrate soprattutto quelle di dubbia provenienza perché non legate ad un mezzo di pagamento tracciabile. Parliamo, quindi, di versamenti di contanti sul conto di importo elevato che potrebbero far scattare verifiche e conseguenti sanzioni (a differenza dei prelievi che non possono essere multati).

Oltre al Fisco, sarà la banca stessa a controllare la gestione dei risparmi del cliente. Nello specifico, ogni istituto di credito ha l’obbligo di segnalare prelievi superiori a 10 mila euro in un mese e di chiedere al titolare del conto il perché dei ritiri di denaro. Lo scopo è individuare oppure escludere casi di riciclaggio o criminalità. La segnalazione delle operazioni sospette dovrà essere avanzata all’Unità di Informazione Finanziaria che procederà con i controlli e in caso di conferma di condotte penalmente rilevanti procederà con informare del possibile reato direttamente la Procura della Repubblica.

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