Qualcuno pensa che gli occhioni dolci del cane siano un sinonimo della loro dolcezza. In realtà la scienza spiega che c’è qualcosa di molto più articolato e complesso.
Quante volte i cani hanno sfoggiato i loro occhioni dolcissimi a cui è difficile resistere per uscire o per ottenere il cibo che mangiamo a tavola? E quante volte i loro padroni non ce l’hanno fatta a resistere e subito si sono arresi? Davvero tante. Anzi, si può dire praticamente sempre.
Il motivo è presto detto: i cani, a prescindere da qualsiasi razza, hanno un viso molto dolce e sono mossi da questo sentimento nel chiedere le cose. Beh, nulla di più sbagliato. Ovviamente, nessuno sta mettendo in dubbio la natura dolce e coccolosa del migliore amico dell’uomo per eccellenza, ma non sono mossi solo da questo.
Per meglio dire, i cani producono una simile espressione irresistibile perché “sono costretti” da anni, anzi da secoli di storia e addestramento. E tutto questo si verifica in maniera del tutto inconscia per i nostri animali. Si tratta, in un certo senso, di un retaggio tramandato da secoli e secoli a cui nessun cane riesce a sottrarsi. È, praticamente, un fatto naturale, automatico e per nulla univoco. Un atteggiamento simile, infatti, si è sviluppato proprio nei confronti dell’essere umano e nessun altro. Insomma, per essere ancora più sintetici, quegli occhioni dolcissimi hanno una spiegazione anatomica ed evoluzionista.
Che dietro a un’espressione facciale del genere ci sia altro, oltre alla dolcezza, lo dicono degli esperti. In particolare, parliamo di scienziati capitanati dalla professoressa Anne Burrows. Gli studiosi appartengono alla Duquesne University e la loro ricerca è soltanto l’ultima legata alla connessione tra cane e uomo. Questa è stata presentata di recente al convegno di Experimental Biology. Parliamo, dunque, di un meeting annuale della American Association for Anatomy. Lo scopo della sua nascita è quello di approfondire più dettagliatamente il rapporto celebre stabilitosi da secoli tra l’uomo ed il cane. In effetti, è molto curioso conoscere perché solo con questo animale, e non con altri, l’uomo abbia un simile rapporto affettivo diventato ormai storico.
Ebbene, secondo una simile ricerca, per capire meglio di cosa stiamo parlando, è necessario far partecipare un altro protagonista, ovvero i lupi. Si tratta di un discorso che esalta una prospettiva di indagine di tipo anatomica. Per essere ancora più chiari, bisogna cominciare tenendo in considerazione l’evoluzione e l’anatomia del cane. Facendo un discorso ancora più pratico, gli esperti poco prima citati si sono concentrati sulle fibre muscolari, responsabili della creazione di espressioni facciali. Tali fibre sono presenti sia negli esseri umani che nei cani e nei lupi.
Più nello specifico, si parla di filamenti proteici di miosina e sono proprio questi a creare le contrazioni del volto. Sempre secondo lo studio, sia nella specie umana che nelle due specie animali, queste si verificano a contrazione veloce. La differenza sta nel fatto noi uomini e donne non siamo affatto capaci di mantenere a lungo l’espressione. I cani e i lupi, invece, vi riescono maggiormente perché dotati di una maggiore mobilità facciale.
In circa 33.000 anni, l’uomo si è occupato di addomesticare sia il cane che il lupo. Ciò ha comportato una conseguenza molto importante: i muscoli di quest’ultimi si sono evoluti e perfezionati seguendo il volere del genere umano. In un certo senso, gli animali si sono adattati alle richieste e agli ordini impartiti dagli umani, andando a tradire la loro diversa origine.
Detta così, insomma, sembrerebbe che entrambi, lupi e cani, siano in grado di imbambolarci con gli occhioni dolci. Ma non è affatto così. Esiste, dunque, un’ulteriore differenza tra i due animali che ci permette di capire perché, sebbene simili, solo uno di loro è diventato il nostro migliore amico. In pratica è emerso che i lupi hanno conservato delle fibre muscolari che producono movimento più lenti rispetto a quelli dei cani. Il motivo di un simile atteggiamento è presto detto: un tipo di movimento del genere serve a permettere l’azione dell’ululare. Questo spiega anche perché i cani tendono ad ululare meno rispetto ai lupi.
Di conseguenza, si è andato a creare un rapporto unico tra umani e cani dove gli uni comprendono gli altri solo tramite le espressioni facciali. Un altro modo per comprendersi, inoltre, è anche il movimento intorno agli occhi nei cani, molto apprezzato dagli esseri umani. Infine, gli esperti in questione hanno proposto un’ipotesi. Questa riguarda la fisiologia dei muscoli facciali del cane che sarebbe più simile a quella degli esseri umani, in termini di distribuzione del tipo di fibra di miosina, rispetto ai lupi. Allora, in un certo senso, vale l’osservazione secondo cui ogni cane assomiglia al suo padrone: anche la scienza l’ha confermato!
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