Uno studio sullo Zika effettuato in Canada, lancia l’allarme sulle nuove mutazioni del virus che potrebbero essere ancora più pericolose.
Gli scienziati hanno effettuato alcuni esperimenti in laboratorio e hanno lanciato l’allarme. Lo Zika, il virus che si trasmette con la puntura di un determinato tipo di zanzare, potrebbe mutare ulteriormente e creare nuovi focolai. Ma qual è il grado di pericolosità di questo virus e quali sono gli scenari? Ecco i risultati dello studio.
Sembra che stiamo vivendo davvero in un’epoca di pandemie, come il famoso filantropo Bill Gates aveva “profetizzato” qualche anno fa. Oltre al Covid, è come se altri virus si stessero “risvegliando” e stessero diventando più pericolosi (anche) per l’uomo. A lanciare il nuovo allarme è un team che ha effettuato dei test di laboratorio.
Gli scienziati che lavorano all’Institute of Immunology di San Diego, in California, hanno dimostrato con degli esperimenti cosa succede quando le cellule del virus Zika passano dalle zanzare ai topi. La variante che ne è scaturita potrebbe rappresentare un pericolo importante. Come sappiamo, lo Zika è responsabile di una malattia.
In alcuni Paesi, soprattutto Americhe e Asia, le persone morse dalla zanzara Aedes possono sviluppare febbre alta e dolori articolari, ma sono stati riscontrati casi più gravi che hanno avuto effetti terribili, soprattutto nei bambini. E alcune donne in stato di gravidanza che hanno contratto la malattia hanno generato bambini con problemi al cervello. Più precisamente con la testa microcefalica o con danni al tessuto cerebrale. Nel 2016 vi fu una vera emergenza sanitaria a livello globale, e migliaia di bambini nacquero con danni cerebrali proprio a causa della diffusione dello Zika.
L’aspetto da sottolineare, però, è che la mutazione che hanno rilevato gli scienziati non è avvenuta naturalmente. I ricercatori californiani, infatti, hanno ricreato in laboratorio – quindi artificialmente – il passaggio delle cellule dello Zika dalla zanzara a un topo. E hanno visto che si è verificata una mutazione. Il nuovo virus avrebbe assunto caratteristiche più pericolose, come altissima contagiosità e capacità di infettare anche coloro che hanno già immunità. Insomma, ricorda proprio il Covid.
La testimonianza della dottoressa Claire Taylor, che ha raccontato in una intervista le conclusioni della ricerca, fanno riflettere: “Sebbene questi risultati siano stati osservati in esperimenti di laboratorio e abbiano quindi dei limiti, mostrano che esiste la possibilità che si manifestino varianti preoccupanti durante il normale ciclo di trasmissione di Zika e ci ricorda che il monitoraggio è importante per seguire i virus mentre si evolvono“.
C’è insomma la preoccupazione di una variante ipotetica che se dovesse risultare prevalente potrebbe provocare problemi alla salute dell’uomo. L’appello del team di scienziati è quello di rafforzare la “sorveglianza genomica” di questo e altri virus.
(Le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici pubblicati su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)
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