Il riscatto della laurea comporta numerosi vantaggi, sia per la pensione sia per l’erogazione del TFS. In che modo avviene?
Sono molteplici le ragioni per cui si opta per il riscatto della laurea. È utile, dunque, che gli interessati abbino tutte le informazioni relative a tale strumento, per evitare di dover sborsare cifre esorbitanti.
Infatti, prima si richiede il riscatto e si paga, minore sarà la somma da dover versare. Ma chi può avvalersi di tale meccanismo? A quali condizioni? Il riscatto è davvero vantaggioso?
L’ INPS concede la possibilità di trasformare gli anni universitari in anni contributivi, utili per conseguire il diritto alla pensione e ottenere il ricalcolo pensionistico. I vantaggi di tale strumento sono essenzialmente due: raggiungere l’anzianità contributiva e aumentare l’importo della pensione.
Per il riscatto della laurea è obbligatorio:
Il riscatto è valido per:
Il costo del riscatto della laurea non è uguale per tutti, ma varia a seconda di numerosi fattori, come il sesso e l’età. L’importo da versare scaturisce dall’applicazione dell’aliquota contributiva della gestione di riferimento sulla retribuzione degli ultimi 12 mesi dalla data di presentazione della domanda. Un vantaggio consiste nel fatto che la somma versata per il riscatto si può detrarre dalla dichiarazione dei redditi.
L’interessato può decidere se versare la somma dovuta in un’unica soluzione oppure, attraverso MAV o addebito diretto sul conto corrente, in 120 rate mensili. Il pagamento può essere sospeso in qualunque momento, senza perdere quanto già versato. Non si può, però, chiedere la restituzione delle somme già versate.
Il riscatto della laurea è estremamente vantaggioso non solo per la pensione ma anche per il TFS, l’indennità di buonuscita, secondo quanto previsto dall’articolo 15 del D.P.R. 1032/1973.
L’interessato deve presentare domanda, a pena di decadenza, prima della cessazione dal servizio (in base a quanto stabilito dall’art. 24 D.P.R. n. 1032/1973). Può procedere al pagamento in un’unica soluzione, entro 90 giorni dalla data della comunicazione di riscatto, oppure a rate, attraverso delle trattenute mensili sullo stipendio, per un periodo corrispondente a quello riscattato ma, in ogni caso, non superiore a 180.
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