Riconoscere il pellet di qualità è fondamentale per non rovinare la stufa. Scopriamo i trucchi da mettere in pratica per effettuare il miglior acquisto sul mercato.
Identificare il pellet dal miglior rapporto qualità/prezzo non è difficile. Basterà conoscere alcuni accorgimenti e affidarsi alle etichette e certificazioni.
Contro i rincari del gas e la paura di un razionamento a causa delle sanzioni alla Russia, tanti cittadini hanno deciso di acquistare una stufa a pellet per riscaldare la propria abitazione. In sostituzione dei tradizionali impianti a gas, la scelta della stufa a pellet consente di ridurre i consumi mentre si ottengono eccellenti prestazioni energetiche. L’importante è scegliere il prodotto migliore e trovare il punto strategicamente perfetto in casa in cui installare la stufa. L’aiuto di un esperto può essere indispensabile per spuntare i due aspetti citati mentre per quanto riguarda la scelta del pellet di qualità ogni cittadino può affrontarla in autonomia tenendo conto di alcune indicazioni.
Con “pellet” vengono indicati dei piccoli cilindri che sono venduti in sacchetti da 1 chilo e sono prodotti con materiale naturale ottenuto dagli scarti del legno. Si tratta, dunque, di semplice segatura compressa in cilindri da utilizzare, poi, per aizzare il fuoco. Riconoscere la buona qualità del pellet è importante per non rischiare di rovinare la stufa il cui prezzo di acquisto, ricordiamo, è oneroso. Parliamo di circa 2 mila euro per un prodotto dalle ottime prestazioni.
La segatura dei piccoli cilindri per risultare di qualità non deve contenere sabbia né composti dato che nella fase della combustione potrebbero risultare nocivi per l’uomo. Il fatto che la segatura derivi da scarti di segheria non incide sulla qualità a condizione che sabbia e composti risultino assenti. Conta, invece, la provenienza da legno vergine di boschi gestiti seguendo le direttive generali dei piani di gestione forestale per l’individuazione dei prodotti qualitativamente migliori.
Il pellet di qualità per le stufe si riconosce dal potere calorifico, dal tasso di umidità, dai residui di cenere e dalle certificazioni di qualità. Ogni parametro si potrà visualizzare sull’etichetta del prodotto e l’assenza di una sola di queste caratteristiche dovrebbe dissuadere dall’acquisto del materiale.
Iniziando dal potere calorifico, i valori di cui tenere conto come indicatori di qualità sono compresi tra 4,5 e 5 kWh/Kg. Più questo valore sarà alto, maggiore sarà la qualità del pellet. Il rapporto è inverso, invece, con riferimento ai residui di cenere.
Più il residuo è basso, maggiore sarà la qualità del prodotto. Il valore di riferimento è inferiore all’1%. Per quanto riguarda il tasso di umidità, poi, la percentuale da considerare è il 10%. Valori inferiori indicano buona qualità, valori superiori indicano che il prodotto è scadente. Infine, per riconoscere il miglior pellet è consigliabile leggere la certificazione riportata sull’etichetta. Per i prodotti italiani ed europei la certificazione più diffusa è ENplus con tre marchi di qualità, A1, A2 e B ma sono valide anche le certificazioni DIN PLUS, Pellet Gold e ONORM M7135.
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