Un interessante studio ha evidenziato una carenza che colpisce i nostri figli. E sembra che ci sia una generale poca comprensione nel dialogo con il Pediatra.
Secondo l’ultimo report di un’indagine svolta negli USA, almeno 1 bambino su 3 non assume abbastanza Vitamina D. Questa preziosa sostanza è fondamentale per le difese immunitarie, ma non solo. Ecco cosa è emerso, e qual è la situazione dei bambini piccoli, anche neonati.
Stavolta, a condurre la ricerca, un team appartenente all’Università della Georgia. Analizzando i dati di più di 2000 bambini è stato scoperto che solamente uno su tre assume la dose giornaliera raccomandata di Vitamina D. Ma ciò che emerge dallo studio è che c’è un problema “a monte”. Sembra che il rapporto col medico curante e col pediatra non risponda alle esigenze dei piccoli, e in alcuni casi anche degli adulti. Vediamo come mai.
I ricercatori dell’Università della Georgia hanno analizzato soprattutto bambini piccolissimi, neonati e lattanti. Indipendentemente dal fatto che fossero nutriti al seno o artificialmente, è emersa una carenza di Vitamina D. Questo su una percentuale tra il 6 e il 12% di piccoli entro l’anno di età.
Non solo, dalle interviste è emerso che “meno della metà dei bambini allattati artificialmente e solo il 7% dei bambini allattati al seno, a cui non è stata somministrata vitamina D, ha raggiunto la dose raccomandata“. Dunque sembra che si tratti proprio di non conoscenza generalizzata dell’importanza di integrazione della Vitamina D.
Ricordiamo che la carenza di questo prezioso elemento porta a notevoli disagi di salute. Problemi al corretto sviluppo delle ossa, rachitismo, squilibrio immunitario, e nelle forme gravi c’è correlazione con diabete e sclerosi multipla. Ogni bambino, soprattutto nella prima fase evolutiva, dovrebbe assumere 10 microgrammi di vitamina D al giorno.
La realtà, purtroppo, è ben diversa. Nonostante gli esperti nutrizionisti cerchino di diffondere conoscenza sulla Vitamina D, sembra che gli appelli rimangano “inascoltati”. Dagli studi è emerso addirittura che “probabilmente i genitori non ottengono informazioni adeguate dai pediatri. Infatti, sembra che solo il 36% dei medici consigli ai propri pazienti l’integrazione di vitamina D.”
Dunque un “errore di fondo” da parte dei genitori che però dovrebbero poter contare su una rete salda di consulenza. Pediatri in primis e poi nutrizionisti e specialisti, che dovrebbero all’unisono diffondere le importanti informazioni riguardo all’integrazione della Vitamina D. E ovviamente non solo nei bambini, ma anche negli adulti.
(le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici pubblicati su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)
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