Un lavoratore dipendente può richiedere l’anticipo del TFR se ha urgente bisogno di liquidità. Ma ci sono delle regole da rispettare.
Per prima cosa la richiesta dell’anticipo del TFR può essere fatta solo da un dipendente del settore privato.
Inoltre, il lavoratore deve motivare la richiesta e documentare tutte le spese sostenute (ricevute, scontrini, fatture, rogito, atto di compravendita, ecc.). Infine, deve lavorare per la stessa azienda da più di 8 anni.
Bisogna anche tenere presente che con la legge 104 le ferie e il TFR subiscono una forte penalizzazione in busta paga e sono in pochi a saperlo.
Il TFR (Trattamento di fine rapporto) viene versato al lavoratore alla fine del rapporto di lavoro come liquidazione o buonuscita in aggiunta alla retribuzione. Però può capitare che un lavoratore richieda al datore di lavoro l’anticipo del TFR, anche se il rapporto di lavoro continua ancora.
Come detto in precedenza, la richiesta può essere fatta solo dai lavoratori dipendenti del settore privato. È il Codice civile a stabilire quali sono i casi per cui si può richiedere l’anticipo, nello specifico l’articolo 2120, commi 6-11. Senza entrare nei dettagli un lavoratore può richiedere il TFR prima della fine del contratto di lavoro se:
Da parte dell’azienda è necessario che ogni anno il numero di richieste da soddisfare non sia superiore al 10% degli aventi diritti. Quindi, entro il 4% del numero totale dei dipendenti.
Inoltre, è bene tenere in mente che il lavoratore può farne richiesta solo una volta.
Riguardo alle motivazioni della richiesta di anticipo del TFR, queste possono essere varie. Devono però essere ben motivate e soprattutto documentate. Ad esempio, si può richiedere per sostenere le seguenti spese per:
Come detto, le spese sostenute dovranno essere documentante ampiamente.
Un lavoratore può scegliere come utilizzare il Trattamento di fine rapporto. Per esempio, può lasciarlo in azienda e poi sarà liquidato al momento del termine del rapporto di lavoro. Oppure, potrà inserirlo in un fondo pensioni complementare.
Per sapere l’importo maturato fino al momento di fare la domanda, basta un calcolo matematico. Infatti, bisogna dividere la retribuzione lorda annuale per 13,5. Al totale ottenuto, però, bisogna sottrarre lo 0,5% dell’imponibile previdenziale (contributo INPS).
Ogni fine anno, il TFR viene rivalutato in base all’indice ISTAT dei prezzi di consumo: la quota fissa è dell’1,5%, mentre quella variabile del 75%.
Infine, all’importo ottenuto andrà applicata un’imposta sostitutiva del 17% da pagare tramite modelli F24. Le rate sono due. La prima da pagare entro il 16 dicembre è pari al 90% della rivalutazione dell’anno precedente. La seconda entro il 16 febbraio che rappresenta il saldo finale.
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