Netflix, il gigante dello streaming ha perso più di un terzo del suo valore in borsa, con un crollo che mercoledì 20 ha ridotto la capitalizzazione di circa 54 miliardi di dollari.
La società ha rivelato un calo inaspettato dei suoi abbonati per la prima volta negli ultimi dieci anni.
Alla chiusura delle contrattazioni a Wall Street, Netflix era crollato del 35%. I limiti della crescita della sua quota di mercato hanno sollevato dubbi tra gli investitori sul suo futuro e quello dei suoi rivali. Tra gennaio e marzo la società ha dichiarato di aver perso 200.000 abbonati contro una stima di una crescita di 2,5 milioni di nuove sottoscrizioni.
Con la compressione dei margini di guadagni anche a causa dell’inflazione la società non ha piani immediati per migliorare la situazione. Netflix prevede una perdita di abbonati molto più rilevante nel trimestre in corso anche per l’aumento della concorrenza e ad altri fattori. Tra questi il diffuso fenomeno di condivisione degli account individuali tra più persone.
Netflix è da anni sinonimo di un ottimo servizio e conta a oggi circa 221 milioni di abbonati. Nonostante questo, sia per i costi, sia per la concorrenza, la società ha perso la sua egemonia in un mercato sempre più accessibile da servizi alternativi. Tra questi Disney + e Prime Video, che offrono contenuti della stessa qualità a un prezzo minore.
Con l’inizio dell’estate e la fine a tempo indeterminato della pandemia la riduzione dei volumi degli abbonamenti può pesare sull’intero settore.
Diverse società rivali, che presenteranno i risultati trimestrali nei prossimi giorni, hanno avuto pesanti crolli sull’azionario. Tra queste Paramount che ha perso questa settimana 8,25%, Warner Bros Discovery in calo del 6% circa, seguita da Disney e Roku entrambi con cali intorno al 5,5%.
La decisione all’inizio di marzo di sospendere il servizio in Russia dopo l’invasione dell’Ucraina ha provocato la perdita di 700.000 abbonati. Dall’inizio dell’anno, Netflix ha perso più del 62% della sua capitalizzazione, che ora è di circa 100 miliardi di dollari.
I ricavi del primo trimestre sono aumentati del 10% a 7,87 miliardi di dollari, poco sotto delle previsioni di Wall Street. L’utile è calato dagli 1,71 miliardi dello stesso periodo del 2021 agli 1,6 miliardi. Con la crescita che rallenta nei mercati saturati dall’offerta dei servizi di streaming Netflix cerca di arrivare in altre parti del mondo, tra cui l’Asia, in cui sta cercando di finanziare crescita e produzione di altri contenuti. Netflix non è l’unica, nel tentativo di attrarre nuovi abbonati o trattenere gli iscritti i servizi di streaming hanno investito solo l’anno scorso circa 50 miliardi di dollari in nuovi contenuti.
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