Che praticare attività fisica faccia bene lo sappiamo, ma uno studio ha capito che per rallentare l’invecchiamento bisogna “camminare veloce”.
Fare jogging, ma qualsiasi altra attività motorie è ovviamente salutare. Muoversi significa stimolare l’organismo, eliminare le tossine, riattivare cuore e circolazione, e i benefici vanno anche oltre. Gli esercizi fisici stimolano quelli che sono conosciuti come ormoni della felicità.
Dunque cosa potrebbe fare la differenza in una “camminata veloce”? Ce lo spiega un’interessante ricerca scientifica. Ciò che spicca, però, è la “semplicità” di una cosa come camminare. Fare una passeggiata è un tipo di attività accessibile a tutti. Si può fare ovunque, in qualsiasi momento, e non servono chissà quali “elisir della giovinezza” per stare bene.
Numerosi studi, fino ad oggi, hanno dimostrato che camminare e fare jogging o comunque movimento all’aperto fa bene alla salute. Sembra un concetto “scontato”, tanto è assodato, ormai. Ovviamente gli studiosi che sono arrivati a queste conclusioni hanno dimostrato con dati alla mano la veridicità delle loro conclusioni. Noi persone “comuni” prendiamo atto e ci comportiamo di conseguenza.
A tutti questi studi, oggi possiamo aggiungerne un altro, che dimostra un diverso tipo di correlazione. Più precisamente, tra la camminata veloce e l’età biologica di chi fa questo tipo di attività fisica.
La ricerca si intitola così: “Indagine su una coorte di biobanche del Regno Unito rivela associazioni causali tra il ritmo del cammino auto-riferito e la lunghezza dei telomeri“. Andiamo a capire cosa significa.
Secondo lo studio, di cui non riportiamo report, sigle e numeri perché sarebbe impossibile comprenderli per noi non addetti ai lavori, c’è una forte correlazione tra il ritmo della camminata e i benefici all’organismo. Gli esperti hanno confrontato i dati di ben 400 mila persone, all’incirca tutti di mezza età. Il confronto ha visto protagonista proprio la velocità della camminata, effettuata sia con misurazioni tecniche che tramite auto dichiarazioni.
I risultati, pubblicati su Nature, sembrano davvero incredibili. “Sono state osservate forti associazioni con lo stato di salute per il ritmo della camminata abituale o auto-valutato, che è stato associato a una migliore forma fisica e a un ridotto rischio di malattie cardiovascolari e mortalità per tutte le cause con i camminatori veloci che hanno fino a 20 anni in più di aspettativa di vita rispetto ai camminatori lenti. In effetti, è stato dimostrato che il ritmo della camminata ha un’associazione più forte con la sopravvivenza ed è un marker prognostico sostanzialmente migliore per la mortalità per tutte le cause o cardiovascolare rispetto ad altre misure del volume dell’attività fisica, della dieta o della funzione fisica.”
Le conclusioni della ricerca sono davvero stupefacenti ma soprattutto incoraggianti: “Le misure dell’attività fisica valutate dall’accelerometro nella biobanca britannica suggeriscono che anche solo 10 minuti di camminata veloce al giorno sono associati a un’aspettativa di vita più lunga“.
Come già detto, camminare all’aperto è un tipo di attività semplice e soprattutto accessibile a chiunque. Non ci sono più scuse: per rallentare l’invecchiamento adesso sappiamo come fare.
(le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici pubblicati su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)
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