Tra sonno e alimentazione esiste uno stretto legame; infatti, dormire bene garantisce a una persona un recupero fisico e un benessere mentale.
Quindi si tratta di una funzione importante per l’uomo anche perché durante il sonno nel corpo avvengono funzioni fisiologiche e cerebrali importanti.
Di conseguenza dormire il giusto numero di ore è importante così come la qualità del sonno stesso. Infatti, non molti sanno che in presenza di un sonno agitato, secondo una ricerca, si potrebbe soffrire di Parkinson. Oppure che se una persona si sveglia sempre alle 3 di notte il proprio corpo vuole mandargli un “messaggio”.
La qualità del sonno può essere influita dall’alimentazione. Infatti, ci sono alimenti che dovremmo preferire per poter dormire meglio e altri che dovremmo evitare.
Secondo il dottor Lello Morricone, responsabile del servizio di Nutrizione clinica e prevenzione cardiometabolica e del Servizio di Diabetologia e Malattie metaboliche all’Istituto Clinico Sant’Ambrogio e a Palazzo della Salute-Wellness Clinic, un adulto dovrebbe dormire almeno 6 ore continuative a notte.
Ma non tutti le persone adulte ci riescono. In effetti, possono esserci persone che hanno difficoltà ad addormentarsi o persone che hanno frequenti risvegli. Il problema di una cattiva qualità del sonno potrebbe influenzare la salute di una persona. In effetti alcuni studi hanno correlato il cattivo sonno a malattie cronico-degenerative molto importanti. Tra queste, obesità, malattie metaboliche e cardiovascolari, l’ipertensione arteriosa.
Di conseguenza un corretto stile di vita potrebbe mantenere un buon stato di salute. In modo particolare:
Il sonno è quindi influenzato dall’alimentazione. Spesso proprio dalla distanza di tempo che passa tra la cena e l’andare a dormire. La cena, secondo il dottor Morricone, dovrebbe apportare “al massimo 1/3 (circa il 30%) del nostro fabbisogno delle 24 ore. Tuttavia, soprattutto le persone che lavorano e che quindi a pranzo mangiano spesso fuori e di fretta, tendono a fare della cena il pasto principale. Questo, però, può comportare un eccesso calorico e non sempre si concilia con un’adeguata qualità del sonno”.
Per questo motivo “è consigliabile, magari a metà pomeriggio, consumare uno spuntino nutriente (pur senza esagerare) che sia in grado di consentire di arrivare alla cena senza una fame smisurata, che rischierebbe di sbilanciare sia la quantità delle calorie sia la qualità”, precisa lo specialista.
Per una buona cena e, di conseguenza, per un buon sonno potrebbe essere utile mangiare alimenti che contengono triptofano che è il precursore di serotonina e melatonina. Consumare a cena una porzione di carboidrati complessi soprattutto integrali favorirà l’assorbimento del triptofano facilitando il buon sonno.
L’importante è non saltare mai la cena perché ciò potrebbe comportare un sonno agitato e trovarsi nel pieno della notte svegli e con il senso di fame.
Un altro suggerimento è andare a dormire almeno 3 ore dopo aver cenato per far sì che la digestione avvenga in maniera corretta. In caso contrario, non solo non si dormirebbe bene ma potrebbe scatenare il reflusso gastroesofageo.
In pratica, per dormire bene bisognerebbe mangiare:
Invece, tra i cibi da evitare abbiamo il cosiddetto “cibo spazzatura” che apporterebbero alti livelli di zucchero, sale e grassi. Anche il caffè il tè il ginseng potrebbero essere nemiche del sonno. Come sottolinea Morricone “è sempre meglio quindi consumarne con molta moderazione e non prima di coricarsi”.
Ovviamente, le bevande alcoliche sarebbero da evitare (meglio se eliminate del tutto) perché soprattutto i superalcolici non è vero che favoriscono il sonno. Sarà possibile consumare ma con moderazione vino e birra.
Tra gli alimenti da evitare ci sarebbe anche la pizza. Andrebbe consumata con moderazione perché potrebbe disturbare il sonno a causa del riflusso, gonfiore, cattiva digestione.
Infine, un altro alimento di evitare è la cioccolata che contenendo “sostanze” eccitanti simili a quelli contenuti nel caffè o nel ginseng potrebbero favorire un cattivo sonno.
(Le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici pubblicati su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)
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