L’inabilità al lavoro è riconosciuta anche ai dipendenti delle Forze dell’Ordine colpiti da una particolare forma di infermità invalidante. Di cosa si tratta?
L’inabilità al lavoro è una condizione riconosciuta a coloro che sono affetti da infermità grave e che, dunque, sono impossibilitati a svolgere alcun tipo di attività lavorativa.
Adobe StockPer il riconoscimento di tale situazione, oltre all’accertamento medico della disabilità, la legge prevede anche un requisito contributivo. È necessario, infatti, che l’interessato abbia maturato almeno 5 anni di contributi, di cui 3 nell’ultimo quinquennio.
Un lettore ha posto il seguente quesito:
“Salve, ho un dubbio da sottoporre. Con una patologia invalidante come l’artrite psoriasica, si può essere considerato inabile al lavoro? Lavoro nelle Forze di Polizia. Grazie.”
Il nostro ordinamento garantisce la tutela dei soggetti più deboli, come i cd. inabili, ossia coloro che, a causa di gravi patologie, non possono lavorare. Nel caso specifico delle Forze Armate, poi, la legge prevede la possibilità di beneficiare della cd. pensione privilegiata, qualora la malattia invalidante posseduta rientri tra quelle previste per il riconoscimento di tale misura. In cosa consiste questo trattamento pensionistico?
L’artrite psoriasica è una malattia infiammatoria cronica che colpisce le articolazioni di coloro che soffrono di psoriasi o di familiari di soggetti che soffrono di tale patologia. Si manifesta attraverso l’insorgenza di macchie rosse con placche bianche, in particolare, sui gomiti, mani, piedi, ginocchia e caviglie; tuttavia, può colpire anche altre zone, come il cuoio capelluto. Inoltre, si presenta maggiormente negli uomini e nelle donne di età compresa tra i 30 e i 50 anni.
Comporta dolore, gonfiore e rigidità delle articolazioni (soprattutto delle mani e della colonna vertebrale) e, talvolta, la malattia può interessare anche altri organi, come cuore, polmoni, reni e occhi. Attualmente, purtroppo, sono ancora ignote le cause scatenanti di tale patologia, tranne la circostanza che essa ha origine quando il sistema immunitario attacca le cellule del corpo umano, causando infiammazioni.
Quel che è certo, però, è che si tratta di una malattia che può avere conseguenze anche serie, compromettendo la qualità della vita del paziente. Nelle ipotesi più gravi, infatti, possono verificarsi delle riduzioni delle capacità psico-motorie.
La pensione privilegiata può essere richiesta dal personale delle Forze Armate (Esercito, Marina, Aeronautica), Carabinieri, Vigili del Fuoco, Corpo Forestale dello Stato e Servizio Civile Volontario che sia affetto da un’invalidità riportata sul lavoro. Ci sono due tipologie di pensione privilegiata:
Tale pensione è detta “privilegiata” perché è versata indipendentemente dall’età dell’interessato e dalla durata del servizio che ha svolto.
La pensione privilegiata è riconosciuta d’ufficio nel caso in cui la cessazione del rapporto di lavoro sia legata ad un’infermità accertata (intervenuta nel corso del servizio o al momento della risoluzione dello stesso) subordinata ad una causa di servizio. Negli altri casi, invece, bisogna presentare apposita domanda.
In quest’ultima ipotesi, l’interessato deve allegare alla richiesta la documentazione sanitaria necessaria e, successivamente, attendere l’acquisizione del parere medico- legale da parte dell’Amministrazione, inerente al grado di gravità dell’infermità e alla sua dipendenza dalla causa di servizio.
Sulla base di tale referto, verrà emesso il provvedimento di accoglimento o di rigetto della pensione privilegiata.
Successivamente alla causa di servizio e all’accertamento medico dell’infermità, per calcolare l’importo spettante della pensione bisogna basarsi sulle tabelle fornite dal DPR 915/1978. Nella tabella A, dunque, sono riportate le patologie più gravi, che permettono di usufruire della pensione e sono divise in 8 categorie.
La caratteristica fondamentale della pensione privilegiata è che la malattia posseduta deve essere necessariamente irreversibile.
Infine, per i dipendenti delle Forze dell’Ordine non è richiesta la condizione dell’inabilità. Dunque, nel caso in cui la patologia posseduta rientri in una delle 8 categorie, è accordata la pensione privilegiata.
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