Bicchieri monouso da caffè e pellicola alimentare sono inquinanti soprattutto al contatto con l’acqua anche calda rilasciando microparticelle plastiche.
Uno studio pubblicato nel 2022 avrebbe dimostrato che i comuni prodotti monouso come sacchetti in nylon per uso alimentare o bicchieri per bevande calde rivestite di polietilene a bassa densità rilascerebbero particelle di microplastica. La quantità dipenderebbe dalla temperatura iniziale dell’acqua e dal materiale testato.
Queste particelle possono essere microscopiche visibili a occhio nudo e misurano 5 millimetri di lunghezza. Però possono essere anche molto più piccole (micrometro) fino a essere talmente invisibili che non vedersi neanche con un microscopio standard.
Considerando che questi prodotti sono di uso frequente, si potrà capire l’impatto che hanno sull’ambiente e quindi sulla salute del nostro.
Un gruppo di ricercatori del NIST, National Institute of Standards and Technology, avrebbe analizzato prodotti in plastica di uso comune per comprendere meglio con la si sviluppano le microplastiche. I risultati dello studio sono davvero sconvolgenti. Infatti, hanno scoperto che i prodotti in plastica esposti ad acqua calda rilasciano milioni e milioni di particelle di plastica per litro.
Le scoperte sono state pubblicate sulla rivista scientifica Environmental Science and Technology. ““Il principale punto di partenza qui è che ci sono particelle di plastica ovunque guardiamo. Ce ne sono molti. Trilioni per litro. Non sappiamo se questi hanno effetti negativi sulla salute di persone o animali. Siamo solo sicuro che ci siano”, avrebbe affermato il chimico del NIST Christopher Zangmeister.
Inoltre, riferisce che “nell’ultimo decennio gli scienziati hanno trovato plastica ovunque abbiano guardato nell’ambiente. Le persone hanno osservato la neve in Antartide, il fondo dei laghi glaciali, e hanno trovato microplastiche più grandi di circa 100 nanometri. Il che significa che probabilmente non erano abbastanza piccole da entrare in una cellula e causare problemi fisici”.
La ricerca si è svolta esaminato due prodotti in plastica: i bicchieri monouso da caffè e i sacchetti di nylon per uso alimentare. Entrambi sono rivestiti con polietilene a bassa intensità (LDPE) e sono stati esposti a una temperatura di 100 gradi Celsius per 20 minuti. Per trovare le microparticelle, i ricercatori hanno creato una nebbia e una volta asciugata prelevato le particelle. Con altri procedimenti sono riusciti a renderli visibili. A questo punto un programma del computer le ha contate.
Analizzando il risultato, i ricercatori hanno scoperto che le dimensioni medie delle nanoparticelle era compresa tra i 30 e gli 80 nanometri, pochi superiori a 200 nanometri. Ma la concentrazione rilasciata nell’acqua era più alta di 7 volte rispetto ai bicchieri monouso. Quindi, queste nanoparticelle sono talmente piccole che potrebbero entrare nelle cellule del corpo e mettere in pericolo la nostra salute.
I ricercatori sperano che questo studio apra la strada a nuove ricerche sull’argomento e sensibilizzare l’opinione pubblica a ridurre se non a eliminare la plastica almeno a ridurla.
Fare la spesa sarà più conveniente con il trucchetto che vi sveliamo, utile per accedere…
Anche i disoccupati che svolgono lavori occasionali hanno diritto all'indennità NASpI, ma devono rispettare precisi…
Ci sono tantissimi benefici per le persone più anziane, che spesso necessitano di maggiori tutele.…
Per non ricevere penalizzazioni sull'assegno pensionistico è fondamentale scegliere accuratamente la tipologia di trattamento. Nel…
Chi affitta in nero un immobile rischia sanzioni molto severe in caso di controlli fiscali.…
L'Agenzia delle Entrate ha avviato una nuova campagna di controlli grazie a un nuovo algoritmo.…