Pensione e riscatto laurea è un argomento che non di rado implica interventi chiarificatori da parte dell’INPS.
La materia del riscatto laurea è complessa e articolata, tenuto conto della pluralità di situazioni pratiche cui si può ricollegare. Ma i recenti chiarimenti INPS fanno luce su 3 questioni specifiche. Un altro caso esaminato dai nostri Esperti riguarda pensione e riscatto laurea agevolato anche per gli anni di università prima del 1996? Ecco la verità
Forse non tutti sanno che recuperare gli anni passati sui libri all’università per raggiungere prima la pensione è consentito dalle norme vigenti. L’istituto del riscatto laurea mira proprio a ciò: si tratta dello strumento che permette di trasformare gli anni di università in anni contributivi. Per questa via, è possibile dunque integrare la posizione contributiva ai fini del diritto e del calcolo delle prestazioni pensionistiche.
Condizione necessaria è aver ottenuto il titolo di studio universitario, mentre gli interessati non possono riscattare i periodi fuori corso né quelli già coperti da contribuzione obbligatoria.
Ebbene, recentemente l’INPS ha fatto luce su alcune situazioni pratiche, che hanno a che fare con la gestione separata INPS, l’iscrizione al Fondo pensione elettrici e la lavoratrice che ha accumulato un mix di contributi. Vediamo come l’INPS ha chiarito le situazioni in oggetto, con le sue comunicazioni.
Il caso concreto su cui l’INPS si è pronunciata è il seguente:
Ebbene, in queste circostanze conviene all’interessato il riscatto laurea? La risposta dell’Inps è puntuale e si rivela utile per una pluralità di situazioni simili. Infatti, nelle circostanze citate il riscatto della laurea permetterebbe di anticipare la pensione di almeno un biennio, considerando l’accesso alla “vecchiaia” nel 2028 e un ingresso alla pensione anticipata stimabile fra 2026 e 2027.
L’istituto fa peraltro notare che, nel caso concreto, il costo del riscatto agevolato, detto anche ‘light’, sarà corrispondente a circa 26mila euro del tutto deducibili, ma con obbligo di conversione al metodo contributivo. Non solo. INPS precisa che in ipotesi di conversione al metodo contributivo, potrebbe seguire l’opzione del computo in gestione separata. Ciò al fine di anticipare la pensione nel 2025, a patto che il valore totale della pensione corrisponda a 2,8 volte l’assegno sociale.
Altro caso concreto, affrontato recentemente dall’Inps, e che ha rappresentato terreno per ulteriori chiarimenti in tema di riscatto laurea, è quello relativo alla lavoratrice con mix di contributi. Ci si riferisce alla situazione pratica della donna:
Conviene il riscatto laurea in queste circostanze o in altre comunque simili? Ebbene l’Inps ha risposto che nel caso in oggetto – in considerazione dell’inizio molto precoce della contribuzione previdenziale – la lavoratrice potrà aver diritto alla pensione con riscatto già dal 2022, in ipotesi di contributi alla gestione separata continuativi e almeno pari alla soglia annuale del minimale.
Tuttavia l’istituto ricorda altresì che, onde valutare la convenienza del riscatto light o agevolato, la persona interessata dovrà comunque verificare la perdita di valore dell’assegno con il passaggio della quota nel fondo dipendenti da metodo misto a contributivo puro.
Un ulteriore caso pratico, su cui l’Inps ha offerto efficaci chiarimenti, riguarda un lavoratore classe 1972, laurea 4 anni a settembre 1994, servizio militare novembre 1993-novembre 1994 già riscattato, impiegato da marzo 1995 senza interruzioni nel Fondo Pensione Elettrici.
Ebbene ci si domanda quale sarebbe la soluzione più utile sul piano dell’anticipo dell’età pensionabile, prescindendo perciò dalla penalizzazione economica, tra le due possibilità seguenti:
INPS risponde che il riscatto laurea, sia in forma ordinaria sia agevolata, comporterebbe comunque una anticipazione della pensione. Infatti se la pensione di vecchiaia giungerà non prima del 2040, l’istituto spiega che la pensione anticipata con riscatto laurea si collocherebbe attorno il 2034 (a 43 anni e 9 mesi con 3 mesi di finestra). Ciò però soltanto a patto di proseguire il lavoro, o comunque la contribuzione, da questo momento fino al 2034. L’alternativa del computo in gestione separata, con obbligo di conversione al metodo contributivo, darebbe accesso al trattamento pensionistico nel 2037.
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