Stiamo attraversando il cambio di stagione, ed è inevitabile avvertire poca energia. Ma c’è un modo per combattere la stanchezza di primavera.
Parliamo di vitamine, ma di una in particolare che è meno conosciuta di altre. La stagione volge al caldo, e da una parte bramiamo il calore del sole che ritempra anima e corpo.
Adobe StockDall’altra, l’organismo deve ancora abituarsi ed ecco che spuntano fastidiosi stati di stanchezza, “stordimento”, in casi più gravi anche lieve “depressione“.
Per ovviare a tutto questo, è noto che possiamo ricorrere agli integratori alimentari. Basta fare “il pieno” di energia, di sostanze essenziali e il gioco è fatto. Anche se quando parliamo di integratori bisogna stare molto attenti: in commercio esistono dei prodotti che possono addirittura arrecare danni alla salute.
Quindi, dopo aver consultato il proprio medico o uno specialista, possiamo individuare la soluzione che fa al caso nostro. Oltre alle classiche Vitamine C, D, E e Sali Minerali, c’è un’arma in più per combattere la stanchezza tipica della primavera e godersi appieno questo risveglio della Natura. Arrivando all’estate più in forma che mai.
Secondo recenti studi, la tipica stanchezza primaverile potrebbe essere data dalla mancanza di una particolare Vitamina. Parliamo della Vitamina Q, conosciuta anche come Coenzima Q. Si tratta di una sostanza fondamentale per il benessere del cuore e della circolazione, del fegato, del pancreas e dei reni. La Vitamina Q offre, tra le altre cose, anche una potente azione antiossidante, e dunque previene l’invecchiamento cellulare.
Quando si avverte stanchezza dunque, potrebbe essere non solo la primavera ma anche la mancanza di questa vitamina. In alcuni casi, se l’organismo non ne assimila abbastanza con l’alimentazione, si possono avvertire anche difficoltà di concentrazione e leggeri problemi respiratori.
Per essere certi di dare al nostro corpo la giusta quantità del Coenzima Q possiamo rifarci alle tabelle che ne consigliamo almeno dai 3 ai 5 mg. al giorno. Con l’alzarsi dell’età anagrafica questa quantità dovrebbe ulteriormente aumentare. Ovviamente ognuno ha poi diverse esigenze in base alle numerose variabili di stato e salute.
Fortunatamente possiamo fare scorta di questa preziosa sostanza con l’alimentazione “nostrana”. È presente infatti nella carne (di pollo, manzo, maiale ma soprattutto di fegato) e anche nel pesce azzurro, tonno, salmone e persino nei crostacei. In caso non si riesca ad assumerla nella corretta quantità possiamo fare ricorso agli integratori alimentari.
(le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici pubblicati su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)
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