Per la pensione anticipata delle lavoratrici sono necessari 35 anni di contributi. Ma in che modo può essere maturato tale requisito in caso di più gestioni?
L’Opzione Donna è un trattamento pensionistico destinato alle lavoratrici, che consente delle agevolazioni per l’ottenimento della pensione. Richiede, infatti, il raggiungimento dei 58 anni d’età (59 per le lavoratrici autonome) e la maturazione di 35 anni di contribuzione.
Dalla data di maturazione dei requisiti, poi, decorre un periodo di attesa (la cd. finestra), per l’erogazione dell’assegno pensionistico; la finestra è di 18 mesi per le lavoratrici autonome e 12 mesi per quelle dipendenti.
Tale possibilità di andare in pensione in anticipo, tuttavia, comporta dei “costi”, perché l’importo spettante viene calcolato interamente tramite il metodo contributivo, penalizzandolo fortemente. Inoltre, per il raggiungimento della condizione dei 35 anni di contributi, non tutti gli accrediti e i versamenti sono utili.
In merito alla ricongiunzione, una Lettrice ha posto i seguenti quesiti:
“Buongiorno, avrei bisogno di informazioni sulla ricongiunzione. Sono nata nel 1963, da 2 anni sono in congedo per assistenza familiare e sono iscritta a due gestioni, di cui l’ultima pubblica. Ho anche svolto 3 anni di Lavori Socialmente Utili, di cui ho chiesto il riscatto oneroso per raggiungere i requisiti per Opzione Donna. Dopo aver saldato il riscatto, mi hanno detto che, ora, devo presentare domanda di ricongiunzione. Prima di affrontare una spesa, che per me sarebbe eccessiva, potrei sapere, in anticipo, qual è il costo effettivo della ricongiunzione e a quanto ammonterebbe l’importo dell’assegno pensionistico? Cordiali saluti.”
“Salve, ho letto che non sarebbe più necessario richiedere la ricongiunzione, ma si applicherebbe il cumulo gratuito, nell’ipotesi in cui si abbia la contribuzione in un’unica gestione. È vero? Grazie.”
I contributi accumulati presso una cassa professionale o una Gestione diversa rispetto a quella che ha il compito di liquidare l’assegno pensionistico, possono, in realtà, essere utili ai fini di Opzione Donna, nel caso della ricongiunzione presso la Gestione che deve liquidare la pensione. Ci sono, però, delle condizioni relative a tale facoltà.
L’Opzione Donna, purtroppo, non consente di usufruire del cumulo contributivo gratuito. Dunque, per raggiungere i 35 anni di contributi, ai sensi della Legge n. 29/1979, bisogna ricongiungere le due Gestioni. Per risparmiare sul costo di tale operazione, si può optare per il trasferimento nella Gestione dove sono presenti meno contributi. Praticamente, tramite tale ricongiunzione, in quest’ultima gestione vengono trasferiti i periodi che presentano maggiore durata e maggior importo.
La ricongiunzione da AGO a ex INPDAP, inoltre, ha come conseguenza la maggiorazione delle pensioni con un numero di contributi superiore nel periodo precedente a quello nella Gestione pubblica. È, poi, possibile anche l’operazione inversa, da ex INPDAP a AGO, ma bisogna valutare caso per caso per scoprire i relativi costi per la ricongiunzione.
Per raggiungere il requisito contributivo di Opzione Donna, è possibile usufruire dei periodi di riscatto, cioè quelli “recuperati” dalla lavoratrice in modo oneroso. Un esempio è il periodo di durata del corso di laurea.
Limitatamente ad Opzione Donna, invece, la legge non consente il cumulo dei contributi, cioè la somma gratuita dei periodi di contribuzione accumulati presso Gestioni previdenziali differenti.
Si può, infine, ricorrere, ai fini della maturazione dei 35 anni, al cd. cumulo interno all’Assicurazione generale obbligatoria (quello a cui appartengono, ad esempio, il Fondo pensione dei lavoratori dipendenti e le Gestioni speciali di Artigiani, Commercianti, Coltivatori diretti, Iap, Coloni e Mezzadri).
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