La TARI è la tassa che si deve pagare per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Il principio è racchiuso nella frase “chi inquina paga”.
Gli importi e le rate di scadenza cambiano da Comune a Comune e si calcola su una quota fissa e una quota variabile. La delibera n.15/2022 emanata da ARERA e approvata il 18 gennaio 2022 prevede novità sulla raccolta dei rifiuti.
Insomma, nuove regole sia sulla modalità e la periodicità di pagamento sia sulla rateizzazione e il rimborso degli importi non dovuti. Quindi molte novità sono le novità contenute nel testo unico “Rifiuti: nuovi standard di qualità tecnici e contrattuali omogenei nel Paese“. Le nuove norme saranno applicate dal 1° gennaio 2023.
Inoltre, è possibile ottenere la TARI con uno sconto dal 20% a 50% compilando un semplice modulo ma solo se il proprio Comune abbia deliberato il pagamento attraverso il sistema PagoPA.
Entrata in vigore nel 2014 la TARI è la tassa per i rifiuti urbani. La devono pagare tutti i cittadini secondo il presupposto comunitario “chi inquina paga”. È un’imposta che deve portare a “tasso zero”, cioè la somma totale raccolta deve coprire esattamente tutti i costi.
Serve a finanziare:
Di conseguenza in base ai costi per queste operazioni, ogni Comune delibera le proprie tariffe da applicare alle utenze domestiche e non domestiche. L’Autorità di regolazione per energia e enti e ambiente (ARERA) è l’ente che regolarizza e controlla il settore dei rifiuti a livello statale. Il 18 gennaio 2022 ha deliberato un nuovo testo unico in cui sono indicate delle novità che saranno applicate il 1° gennaio 2023.
Una delle novità riguarda la possibilità di rateizzare ulteriormente i pagamenti se le rate sono pari a 100 euro. Questo però riguardano alcuni contribuenti come coloro che:
Inoltre, sarà possibile richiedere un rimborso per gli importi già pagati ma con cifre errate o non dovute. L’importante è che il rimborso avvenga entro 120 giorni lavorativi dopo aver richiesto una rettifica ai gestori del servizio rifiuti del Comune di residenza.
Come detto, la TARI la deve pagare chiunque possieda un locale o aree scoperte che possano produrre rifiuti urbani. Di solito, la tassa è a carico del proprietario dell’immobile, ma in caso di affitto con contratto di almeno sei mesi, la TARI dovrà essere pagata dal locatario.
Riguardo a quanto si debba pagare, le tariffe dipendono dal numero degli occupanti dell’immobile ma soprattutto variano da Comune a Comune. Ad esempio, ci sono Comuni che per quantificare l’importo utilizzano il metodo del conteggio sullo svuotamento del contenitore dell’indifferenziato oppure utilizzano il codice a barra da passare su appositi lettori posti sui contenitori.
La maggior parte dei Comuni, invece, calcolano la tariffa valutando i metri quadri dell’immobile e il numero degli occupanti e aggiungendo il costo del servizio.
Lo sconto TARI è applicato in automatico per questi contribuenti in possesso di questi requisiti:
Inoltre, ogni Comune potrebbe decidere ulteriori agevolazioni e sconti sulla TARI ma anche su altre tasse comunali, come l’IMU. Ad esempio, non tutti sanno che si può ottenere uno sconto IMU e TARI del 20% direttamente sul pagamento e quindi non tutti lo applicano. Oppure, un eccezionale sconto fino al 60% in meno sull’importo da pagare se il contribuente si trova in queste condizioni.
Comunque sia, poiché le regole e le tariffe, così come gli sconti e le agevolazioni, vengono stabilite dai singoli Comuni occorrerà informarsi presso gli uffici del gestore della TARI presenti nel Comune di residenza.
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