La scuola protesta con uno sciopero indetto per il 30 maggio contro la riforma del reclutamento. Vediamo quali sono i motivi della mobilitazione.
I sindacati, insoddisfatti della riforma del reclutamento, hanno indetto uno sciopero per lunedì 30 maggio, ad un passo dalla chiusura estiva delle scuole.
Insegnanti, personale ATA e personale educativo sono chiamati a scioperare il prossimo 30 maggio per mostrare il proprio disappunto verso la recente riforma del reclutamento che mira a modificare le modalità di reclutamento degli insegnanti nonché la retribuzione mensile. I sindacati hanno richiesto al Ministero dell’Istruzione di valutare le proposte di correzione del Decreto ma, non avendo ottenuto risposta, hanno deciso di optare per la mobilitazione. Capiamo i motivi alla base dello sciopero e le possibili ripercussioni sulla didattica e gli scrutini.
Il testo della riforma del reclutamento presenta delle criticità che sono state sottolineate dai sindacati Cgil Scuola, Uil Scuola, Flc Cgil, Snals Confsal e Gilda Unams e per le quali sono state chieste modifiche del Decreto. Le richieste riguardano lo stralcio completo delle disposizioni di Legge che influenzano la libera contrattazione; l’individuazione di risorse finanziarie idonee per avviare il rinnovo contrattuale e la stabilizzazione del personale precario penalizzato oltremisura dalla nuova normativa.
A supportare le puntualizzazioni dei sindacati interviene anche l’ANIEF che a sua volta critica l’operato del Ministero dell’Istruzione e il Governo sottolineando come non sia stato promosso un adeguato coinvolgimento delle organizzazioni sindacali nello stabilire i punti della riforma di reclutamento degli insegnanti nella scuola e della formazione richiesta.
Il Ministero non ha tenuto conto della richiesta del rilancio del doppio canale di reclutamento con concorsi e percorsi di stabilizzazione con graduatorie per titoli e servizi. Viene così messo da parte – secondo l’ANIEF – la possibilità di assicurare idonee livelli di qualificazione professionale raggiungibili con corsi di formazione abilitanti da svolgere durante l’anno di formazione e prova.
Un’altra criticità rilevata riguarda le decisioni prese in relazione alla copertura finanziaria dell’erogazione della formazione. Il Fondo della Carta del Docente dovrà garantire tale copertura a partire dal 2028 e, per l’Associazione, questo aspetto è inaccettabile al pari della decisione di attingere allo stesso Fondo dal 2027 per la copertura delle spese di funzionamento della Scuola di Alta formazione. Queste le motivazioni alla base dello sciopero che lunedì 30 maggio coinvolgerà tutti i lavoratori operanti negli 8.300 istituti scolastici ed educativi siti in Italia.
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