I lavori più richiesti in Italia oggi segnano il passo con l’evoluzione della tecnologia e delle competenze necessarie alla domanda delle società nei settori di spicco degli ultimi anni.
Informatici, ingegneri, ricercatori: nel mercato del lavoro italiano si fa largo il biotech e aumenta contestualmente per il 70% delle figure richieste la difficoltà di reperimento delle imprese.
Tre professionisti davvero difficili da trovare considerando che la richiesta di un curriculum con competenze trasversali. I nuovi profili come l’ingegnere per il trasferimento tecnologico, lo specialista nella tutela del paziente e l’advisor medico sono alcuni esempi delle carriere del futuro.
Il settore delle biotecnologie, che conta oggi appena 13 mila operatori crescerà nei prossimi anni e diventerà per questo sempre più importante rafforzare e ampliare modalità di collaborazione con le università. Affrontare il tema delle competenze, sia tecniche sia trasversali, sarà la vera sfida per la formazione necessaria; innovativa e digitale, che possa mettere al centro l’individuo e sviluppare competenze frutto del talento, liberando così potenzialità inespresse.
Le maggiori richieste proverranno quindi dalle professioni legate all’innovazione tecnologica. Per queste occorre sviluppare competenze che uniscano capacità economiche e di management con quelle delle scienze forti. Tra i profili con maggiori opportunità occupazionali ci sono ad esempio i cybersecurity manager, i business development manager e i ricercatori bioinformatici.
Già oggi a livello nazionale i profili digital e It detengono le prospettive di crescita maggiori; La richiesta di professionisti nell’ultimo trimestre è aumentata del 40%. A incentivare lo sviluppo di questi settori gli investimenti su infrastrutture fisiche e digitali, ecologia e servizi pubblici, pari a 82 miliardi facenti parte dei fondi stanziati grazie al Pnrr.
In particolare, tra gli altri settori la cui crescita è sostenuta da fondi pubblici quelli legati alla transizione digitale ed energetica. La tecnologia e l’efficientamento creeranno insieme all’elevata domanda di nuove professionalità anche la diminuzione della necessità di alcune figure. Tra queste le professioni a bassa qualifica della catena logistica come responsabili e operatori di magazzino che saranno sostituiti sempre più dall’automazione.
La competizione delle aziende per i nuovi talenti creerà anche un’innovazione nella struttura stessa dei luoghi di lavoro. Non solo prospettive di carriera ma qualità del lavoro offerto e degli ambienti stessi e altre misure di welfare aziendale partecipativo.
Le sfide per il futuro si giocano sull’istruzione e sulla capacità di trattenere i nuovi talenti in Italia. Diversamente se non si gioca d’anticipo entro dieci anni più di un settore rischierà di trovarsi senza le competenze necessarie, con una conseguente perdita di competitività del Paese.
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