Andare in pensione dopo tanto lavorare è il sogno della maggior parte dei lavoratori soprattutto se è possibile andarci in anticipo.
Purtroppo, però, non sempre un lavoratore può smettere di lavorare in anticipo anche a causa della situazione economica che l’Italia sta vivendo.
Tra l’altro, il sistema pensionistico e la riforma pensioni ha inasprito maggiormente le varie misure. Quindi, andare in pensione a 58 anni sembra quasi impossibile.
Tuttavia, alcuni lavoratori in possesso di determinati requisiti hanno la possibilità di andare in pensione a 58 anni. Il modo è richiedere una di queste misure avendone però tutti i requisiti: prepensionamento; anticipata con legge 104; Opzione donna; Rita; anticipata precoci (o Quota 41).
La prima misura, il prepensionamento è rivolta a coloro che possono accedere all’isopensione, una misura che permette di anticipare di almeno 7 anni la pensione e, quindi, prima del raggiungimento dell’età di 67 anni (attuale età pensionabile). Una misura simile è il contratto di espansione che permette un prepensionamento con assegno fino a 67 anni.
Un’altra categoria di lavoratori che possono andare in pensione anticipata sono i lavoratori con disabilità grave. Infatti, possono chiedere un anticipo pensione a 58 anni per sé stessi e familiare con legge 104.
Possono usufruire di Opzione donna le lavoratrici sia dipendenti, con 58 anni di età, sia autonome con 59 anni di età anagrafica. Per entrambi sono necessari 35 anni di contributi. I requisiti devono essere maturati entro dicembre 2021 e la misura utilizza il sistema del calcolo contributivo.
RITA, ovvero Rendita integrativa temporanea anticipata, offre la possibilità di ricevere un assegno fino all’età pensionabile e quindi fino alla pensione. Possono accedere i disoccupati di lunga durato (ossia da più di 24 mesi) con 57 anni di età e i lavoratori con 62 anni di età. Il contributo lavorativo richiesto è di minino 20 anni e 5 in un fondo di previdenza complementare che prevede l’accesso alla RITA.
Infine, possono accedere alla pensione anticipata a 58 anni i lavoratori precoci con la cosiddetta Quota 41, ovvero con 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica. Sono considerati precoci i lavoratori che hanno iniziati a lavorare prima dei 19 anni di età. Inoltre, devono far parte di una di queste categorie: delle tutele previste dalla normativa: disoccupati; caregiver; lavoratori con mansioni gravosi; invalidi civili con una invalidità pari o superiore a 74%.
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