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Il Vaiolo delle Scimmie fa paura, ecco i sintomi a cui prestare attenzione e cosa fare se si sospetta il contagio

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Negli ultimi giorni c’è stata un’escalation di casi accertati di Vaiolo delle Scimmie. L’OMS lancia una guida per riconoscerne i sintomi.

Anche se non dovremmo trovarci di fronte a un’altra pandemia, l’Organizzazione Mondiale della Sanità comunica che esiste (anche) un vaccino. E come capire dai sintomi se ci troviamo di fronte a questa malattia finora molto poco conosciuta. Che però fa paura.

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Il Vaiolo delle Scimmie, infatti, come suggerisce il nome, colpisce perlopiù gli animali selvatici. Trasmissioni all’uomo sono rare ma possono accadere. Questa malattia è più frequente nelle aree dell’Africa centrale ma al giorno d’oggi, con gli spostamenti quotidiani di milioni di persone, i “confini” valgono ben poco.

Vaiolo delle Scimmie, la diffusione e la pericolosità

Sono due le famiglie di virus catalogate come Vaiolo delle Scimmie. Una proviene dall’Africa occidentale e l’altra dal Bacino del Congo. La malattia in alcuni soggetti fa scaturire complicanze gravi, anche se raramente. Di solito chi contrae il vaiolo delle scimmie guarisce con un’adeguata terapia senza problemi. Gli scienziati hanno però osservato che il tipo di vaiolo dell’Africa occidentale uccide nella percentuale dell’1 circa, mentre l’altro arriva a dare una mortalità del 10%.

A rischio sono soprattutto i soggetti più fragili, i bambini e le donne in stato di gravidanza. Se queste ultime contraggono il vaiolo durante la gestazione rischiano complicazioni, e anche di perdere il bambino al momento della nascita.

Secondo gli esperti, la vaccinazione contro il vaiolo risulta efficace anche contro il vaiolo delle scimmie. Esistono comunque terapie farmacologiche e anche un vaccino specifico contro il vaiolo delle scimmie, ma secondo un allarme lanciato dall’OMS queste misure non sono ancora sufficientemente accessibili. Le generazioni di persone, poi, nate dopo il 1981 non hanno la vaccinazione per il vaiolo, perché in quell’anno venne abrogata. Dunque sono più a rischio.

Al momento sono stati segnalati diversi casi in Portogallo, in Spagna, UK e anche in Italia. I soggetti sono soprattutto di età giovane. L’ECDC ha attivato un sistema di allerta a livello europeo e l’Istituto Superiore di Sanità ha avviato una task force per monitorare costantemente la situazione. La malattia è sessualmente trasmissibile ed è per questo che sono state pubblicate alcune linee guida per sapere cosa fare in caso di sospetto contagio.

Attenzione a questi sintomi, il Vaiolo delle Scimmie sembra una “normale influenza”

La possibilità di infettarsi col Vaiolo delle Scimmie è attualmente considerata rara. Tuttavia, si trasmette attraverso l’esalazione delle goccioline, i droplet, ma anche attraverso i rapporti sessuali oppure tramite contatto diretto con ferite e lesioni cutanee. L’incubazione varia dai 6 ai 20 giorni.

Inizialmente, compaiono i classici sintomi influenzali, e non dimentichiamoci che in giro c’è Omicron quindi si potrebbe pensare anche a quello. Febbre, mal di testa, stanchezza e dolori muscolari. Possono gonfiarsi i linfonodi. Quello che fa capire che siamo di fronte al Vaiolo piuttosto che all’influenza è la comparsa di lesioni sulla pelle: vesciole, eruzioni cutanee, ma anche pustole e croste. Queste manifestazioni sono molto fastidiose, dolorose e pruriginose.

Cosa fare se si sospetta il contagio

Le cure per il vaiolo delle scimmie esistono e la malattia si risolve in genere in un paio di settimane. Tuttavia, per tutelare al meglio la propria salute e quella degli altri è opportuno adottare alcuni comportamenti. Innanzitutto, restare a casa e riposarsi in caso di febbre alta e non appena compaiono le vescicole o le manifestazioni cutanee bisogna avvertire subito il medico di famiglia.

A livello preventivo è meglio stare lontani da chi ha febbre e strane “macchie”, lesioni o vesciche sulla pelle. I contatti stretti sono da evitare. Infine, visto che la malattia si trasmette anche sessualmente, è meglio evitare rapporti fino a quando il quadro clinico non è chiaro.

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