Chi ha un cumulo di contributi versati insufficienti, può “andare in pensione”. Ma solo se risponde a determinati requisiti.
Come sappiamo, infatti, ad oggi la pensione di vecchiaia non è sempre accessibile. Dobbiamo allora andare a cercare una forma di sostegno previdenziale alternativa. Si tratta di uno strumento che arriva là dove non arrivano i “classici” 20 anni di contributi. Viene richiesto da determinate categorie di persone, comprese le casalinghe e i caregiver.
In merito a questo argomento un Lettore ha posto agli Esperti di InformazioneOggi il seguente quesito: “Salve ho solamente tre anni di contributi per gli anni 1987/89 ho quasi 65 anni vorrei sapere se posso avere la possibilità di pensione. Grazie”.
Vediamo di trovare una risposta nelle norme attuali e nella forma conosciuta anche come Assegno Sociale.
L’assegno Sociale è anche conosciuto come ex Pensione Sociale, e dal 1996 ne ha preso le veci. In pratica è una forma previdenziale pensata per chi non è riuscito, pur lavorando, a maturare le condizioni contributive sufficienti alla pensione di vecchiaia.
Questo tipo di assegno però non è automaticamente erogato dall’INPS, ma viene corrisposto solamente se il cittadino – che deve fare apposita richiesta – risponde a precisi requisiti. Questi vengono calcolati sul piano economico, sociale e anche anagrafico.
Per accedere all’Assegno Sociale bisogna aver compiuto 67 anni di età ed essere cittadini italiani. Nel caso di cittadinanza da altro Paese UE bisogna essere iscritti all’anagrafe del proprio Comune di residenza. Mentre i cittadini extracomunitari devono essere in possesso di un permesso di soggiorno di lungo periodo. Bisogna anche aver vissuto in Italia in modo stabile da almeno 10 anni. L’Assegno Sociale si distingue dalla pensione di vecchiaia per il fatto che vengono calcolati altri requisiti rispetto ai contributi versati lavorando.
Come abbiamo detto, l’ex pensione sociale spetta a chi non è riuscito a cumulare abbastanza contributi versati in maniera continuativa o sufficiente a maturare una pensione di vecchiaia. Oltre all’età di 67 anni e le condizioni di residenza di cui sopra, servono altri requisiti per poter chiedere l’Assegno Sociale. Ecco quelli inerenti alle entrate economiche.
In questi casi l’Assegno Sociale sarà erogato interamente. Se invece il cumulo del reddito personale sfora un limite annuo (6.079,45€) o cumula col coniuge arrivando a massimo 12.158,90€, l’Assegno subisce un taglio.
Quando parliamo dei limiti massimi di reddito dobbiamo specificare che per “reddito” verranno presi in considerazione tutti quegli introiti soggetti a imposizione fiscale. Sono compresi dunque i redditi assoggettabili all’ IRPEF, al netto dell’imposizione fiscale e contributiva.
Dunque i redditi esenti da imposta; i redditi soggetti a ritenuta alla fonte a titolo d’imposta (vincite derivanti dalla sorte, da giochi di abilità, da concorsi a premi, corrisposte dallo Stato, da persone giuridiche pubbliche e private); i redditi soggetti a imposta sostitutiva come interessi postali e bancari, interessi dei CCT e di ogni altro titolo di stato, interessi, premi e altri frutti delle obbligazioni e titoli similari, emessi da banche e Società per Azioni; i redditi di terreni e fabbricati; le pensioni di guerra; le pensioni e gli assegni erogati agli invalidi civili, ai ciechi civili e ai sordi; gli assegni alimentari corrisposti a norma del codice civile; le rendite vitalizie erogate dall’INAIL; le pensioni dirette erogate da Stati esteri.
Alcune tipologie di entrate, invece, non vengono calcolate al fine di quantificare il reddito massimo. Più precisamente, non rientrano: il TFR e le anticipazioni sui trattamenti stessi; il reddito della casa di abitazione; le competenze arretrate soggette a tassazione separata; le indennità di comunicazione per i sordi e le indennità di accompagnamento per invalidi civili, ciechi civili; l’assegno vitalizio erogato agli ex combattenti della guerra 1915-1918. E naturalmente l’importo dell’assegno sociale stesso se erogato.
L’importo di questo trattamento previdenziale ad oggi si attesta sui 468,11 euro e viene erogato per 13 mensilità. Da segnalare il fatto che l’Assegno Sociale non è incompatibile con la Pensione di Cittadinanza, quindi se sussistono tutti i requisiti il cittadino può arrivare a prendere anche fino a 780 euro al mese. Infine, ricordiamo che sull’importo dell’Assegno Sociale non si pagano tasse.
Abbiamo detto all’inizio dell’articolo che per ottenere l’Assegno Sociale bisogna fare una richiesta esplicita, poiché non si tratta di una misura erogata in automatico. Per averlo, è necessario contattare direttamente l’Ente Erogatore, che è l’INPS. Gli utenti esperti con Internet possono accedere con SPID o CIE o CNS sul sito ufficiale dell’Istituto di Previdenza. Oppure chiamare il Numero Verde gratuito 803 164 da fisso. Il numero da comporre per chi usa il cellulare è invece 06 164 164 (le tariffe variano in base al proprio gestore). È anche possibile chiedere ad un patronato di gestire la richiesta.
Purtroppo, i 3 anni di contributi versati segnalati dal nostro Lettore non sono sufficienti ad accedere alla pensione di vecchiaia. Come sopra esposto, sono richiesti 20 anni di contributi. Ma se rientra nei requisiti, ha diritto all’assegno sociale.
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