Secondo gli esperti, eliminare l’accumulo di PFAS dall’organismo umano è fondamentale per tutelare la salute.
I PFAS sono sostanze chimiche sintetiche ritenute altamente tossiche per l’uomo e dannose per l’Ambiente. In un precedente articolo abbiamo illustrato quali sono gli studi che fino ad oggi dimostrano la correlazione tra accumulo di PFAS e l’insorgere di malattie gravi, come i tumori a reni e testicoli, squilibri ormonali e problematiche legate alla fertilità.
Sebbene ad oggi le prove non siano ancora “schiaccianti”, il mondo scientifico lancia l’allarme. Le ricerche continuano e vogliono chiarire definitivamente il potenziale ruolo dell’esposizione ai PFAS nel rischio e nello sviluppo dei tumori. I ricercatori hanno già osservato associazioni tra l’esposizione a PFAS attraverso l’acqua potabile e l’insorgere di cancro ai testicoli e ai reni.
Ad esempio, una ricerca pubblicata sul National Library of Medicine dal titolo “Serum Concentrations of Per- and Polyfluoroalkyl Substances and Risk of Renal Cell Carcinoma“ ha proprio evidenziato la correlazione con i tipi di tumore sopra citati. In contemporanea, alcuni Governi stanno cambiando regolamentazioni e norme, con lo scopo di ridurre l’esposizione umana ai PFAS.
Ad esempio, l’elenco delle sostanze tossiche proibite del governo canadese include alcune classi di PFAS e negli Stati Uniti i Centers for Disease Control and Prevention CDC . Si comincia dunque a inserire i PFAS negli elenchi delle sostanze vietate. Purtroppo, però, quando si parla di PFAS si entra in un comparto di oltre 9 mila diverse sostanze, che difficilmente potranno essere “bandite” in un batter d’occhio.
Quindi noi, cosa possiamo fare? Sicuramente la consapevolezza e la conoscenza possono aiutarci ad attuare tutte quelle sane abitudini che ci permettono di proteggerci dai pericoli.
Come detto poco sopra, sono migliaia le sostanze chimiche sintetiche ed è molto difficile evitarle tutte. Però intanto dobbiamo sapere che si trovano per lo più nei tessuti e in molti materiali usati come contenitore. Questo perché li rendono più resistenti all’acqua e alle macchie, donano proprietà ignifughe e stabilità chimica. Quindi ci sono alcune abitudini che possiamo adottare per tutelare la nostra salute.
Ad esempio, visto che i PFAS possono contaminare le acque, iniziamo subito a filtrare quella che beviamo. Per quanto riguarda il comparto alimentare, dobbiamo evitare il più possibile cibi industriali, come quelli dei fast-food. Ma anche carne e pesce fritti, gli alimenti come i pop-corn trasformati da usare nel microonde, e scegliere imballaggi per alimenti privi di PFAS. Li riconosciamo perché sono realizzati con carta riciclabile, vetro, bambù o acciaio inossidabile.
Melio evitare anche di acquistare le classiche pentole e padelle antiaderenti, e non comprare tessuti resistenti all’acqua o antimacchia. Persino pulire più spesso per eliminare la polvere è utile a evitare l’accumulo in casa di PFAS. Non solo, anche quando compriamo i cosmetici possiamo tenere lontani i PFAS. Ad esempio evitando tutti i prodotti “waterproof”, dal fondotinta al mascara al rossetto per intenderci.
Infine, anche nell’abbigliamento si trovano PFAS, soprattutto nei capi ignifughi, in quelli “cerati”, resistenti all’acqua. Se per lavoro dobbiamo indossarli, possiamo parlarne col responsabile dell’azienda, per essere certi che vengano scelti gli indumenti più sicuri.
Può sembrare “inutile” praticare le suddette scelte, ma basti pensare che gli effetti degli PFAS si manifestano nel lungo periodo. Ecco perché è necessario fin da subito cercare di evitare la contaminazione.
(Le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici pubblicati su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)
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