Il Tribunale di Nanterre ha stabilito che Sanofi dovrà risarcire una famiglia per mancata vigilanza su un farmaco.
Sanofi è un noto gruppo farmaceutico francese che si occupa di produrre farmaci che vanno dalla cura cardiovascolare e diabete alla medicina interna, dalla sclerosi multipla all’oncologia, dalle malattie rare ai vaccini. Produce anche medicinali di automedicazione.
Attualmente si trova sotto accusa per un farmaco contro le crisi epilettiche. Si tratta del noto Depakine. La Sanofi dovrà risarcire la famiglia di una bambina nata con un ritardo cognitivo a causa dell’assunzione, da parte della mamma, del farmaco Depakine durante la gravidanza. L’azienda non aveva segnalato nel foglio illustrativo (il cosiddetto bugiardino) dei rischi del farmaco in gravidanza. Ecco i fatti.
Il Depakine è un farmaco che viene utilizzato in caso di crisi epilettiche o disturbo bipolare. Una donna francese lo assumeva dal 1982 a causa delle crisi epilettiche di cui soffriva. Nel 2004, rimasta incinta la donna ha continuato a prendere il farmaco non essendo a conoscenza dei rischi per il feto. Questo perché il bugiardino non indicava nessuna controindicazione in caso di assunzione del farmaco durante la gravidanza
Dopo sette mesi dalla nascita della sua bambina, i medici hanno scoperto che questa soffriva di un ritardo dello sviluppo cognitivo. Poi, durante la crescita, anche di un ritardo psicomotorio e di altri disturbi.
La famiglia ha denunciato la situazione e, di conseguenza, il Tribunale di Nanterre ha condannato la Sanofi a un risarcimento di circa 400mila euro. Infatti, l’azienda è stata riconosciuta come responsabile dei problemi della bambina.
Anche perché, secondo il Tribunale, l’azienda farmaceutica non poteva non essere a conoscenza dei rischi che l’assunzione del Depakine avrebbe avuto in caso di gravidanza. Infatti, è un farmaco a base di valproato di sodio, un principio attivo che aumenterebbe il rischio di malformazioni fisiche e neurologiche nel feto durante la gravidanza.
Inoltre, secondo i giudici il fatto che il foglio illustrativo non contenesse informazioni in merito, nonostante già dal 2003 o dal 2005 ci fossero prove che il farmaco poteva essere pericoloso se assunto durante una gravidanza, rende la Sanofi ancora più colpevole.
Tra l’altro è solo dal 2006 che nel bugiardino è presente l’informazione che il farmaco è sconsigliato durante la gravidanza e di sospenderne l’assunzione.
Comunque, per il momento il caso non è chiuso perché la Sanofi comunque ha annunciato che ricorrerà in appello. Quindi non resta che aspettare per sapere come andrà a finire.
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