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Economia

Il conto corrente cointestato è sequestrabile? Ecco la risposta che non ti aspetti

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Il sequestro su un conto corrente cointestato è un argomento su cui recentemente si è soffermata la Cassazione. I dettagli.

Il conto corrente cointestato è una soluzione pratica che è scelta da molte persone ma, in caso di procedimento penale per un reato commesso da uno dei cointestatari, può essere sottoposto a sequestro preventivo?

Foto Adobe Stock

In molti avranno già sentito parlare di conto corrente cointestato, proprio per la sua estrema praticità. Nella prassi si usa aprire un conto corrente cointestato in famiglia o con un socio perché ciò di fatto semplifica la vita: con questo conto sarà possibile ad ognuno dei contitolari alimentare il deposito con i propri redditi e compiere di volta in volta i prelievi e le altre operazioni. Leggi anche: Come evitare il pignoramento del conto corrente e il fermo dell’auto con questa soluzione quando non ci sono i soldi

Il punto è però capire se in caso di reato commesso da uno dei cointestatari, è possibile disporre il sequestro del conto corrente cointestato, con evidente danno anche per gli altri contitolari. E’ possibile ciò? La risposta a questo legittimo quesito arriva dalla giurisprudenza della Corte di Cassazione che, recentemente, si è pronunciata proprio sull’argomento. Di seguito vedremo dunque in che modo e daremo tutti le informazioni che servono. I dettagli.

Conto corrente cointestato: di che si tratta?

Prima di rispondere alla domanda in apertura, ricordiamo che un conto corrente cointestato è quella tipologia di conto:

  • in cui i titolari sono due o più persone (fisiche o giuridiche),
  • le quali sono dotate degli stessi diritti nella gestione del conto.

In questa tipologia di conto i correntisti possono accumulare i propri risparmi, fare spese e pagamenti con bonifico, riscuotere incassi, versare le tasse. In buona sostanza, non vi è nessuna sostanziale differenza rispetto ai conti correnti tradizionali se non il fatto che, come dice il nome, è possibile cointestarlo a due o più persone.

In un conto corrente cointestato le somme incluse in esso appartengono in eguale misura a tutti i cointestatari: di fatto si tratta infatti di una comproprietà delle risorse economiche.

In altre parole, quanto depositato su un conto corrente cointestato si presume, fino a prova contraria, di proprietà di tutti i cointestatari – per quote identiche in capo a ogni contitolare.

Le indicazioni della Cassazione

Venendo ora alla domanda iniziale, ci possiamo chiedere se davvero le autorità giudiziarie possono disporre il sequestro del conto corrente cointestato, in caso di commissione di un illecito da parte di uno dei contitolari del rapporto. Ebbene, secondo la Corte di Cassazione la risposta da darsi è affermativa.

Il motivo è in sintesi il seguente: l’assetto delle quote di proprietà – ad esempio, nel caso di due coniugi, il 50% per ognuno – vale esclusivamente nei rapporti interni tra i contitolari, e perciò non può essere opposto all’autorità giudiziaria che, invece, potrà operare con il sequestro.

In termini pratici, sono queste le conclusioni cui sono giunti i giudici:

  • la legge in tema di depositi di denaro, che presume l’attribuzione in parti identiche tra gli intestatari delle somme nel conto corrente cointestato, non si applica laddove si sia in presenza di un illecito penale,
  • anzi, in dette circostanze, il sequestro preventivo può riguardare tutto il deposito del conto,
  • e ciò dunque anche laddove vi siano cointestatari del tutto estranei al reato ipotizzato a carico di uno di essi.

In particolare, la Cassazione ha chiarito che le somme comprese in un conto corrente cointestato possono essere oggetto di sequestro preventivo, mirato alla confisca per equivalente – laddove il conto sia a firme disgiunte. Si tratta cioè dell’ipotesi nella quale ciascuno dei cointestatari ha facoltà di disporre del conto stesso.

Perché disporre un sequestro di questo tipo?

Alla luce di quanto rimarcato dalla Suprema Corte, potrà così parlarsi di sequestro preventivo su un conto corrente cointestato. Esso sarà da intendersi come è una misura cautelare, messa in atto dal magistrato laddove emergano gravi indizi di commissione di reati – in questo caso a carico di uno dei cointestatari del conto.

Peraltro il sequestro è mirato alla successiva confisca, ovvero alla sottrazione definitiva delle somme al colpevole. Anzi il provvedimento di sequestro ne anticipa gli effetti, al fine di impedire rischi di dispersione o di occultamento delle somme. Ed, essendo un conto corrente, le ultime operazioni in verità non sarebbero di certo un’ipotesi remota.

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