In molti per l’aumento delle bollette o per rispetto all’ambiente stanno scegliendo d’installare nella propria casa il fotovoltaico. Ecco cosa sapere tra incentivi, scelta dei pannelli e sistema di accumulo.
Approfittando del bonus fotovoltaico e dei vari incentivi sull’energia rinnovabile emanati dal governo sono in molti a scegliere l’impianto fotovoltaico. Considerato sia come risparmio sulle bollette di energia tradizionale sia come incentivo per salvare il pianeta e noi stessi dall’inquinamento.
Ma per pensare a una casa tutta green bisogna riqualificare l’abitazione con un impianto fotovoltaico. E nello stesso tempo risparmiare e produrre energia elettrica in proprio per rivenderla e guadagnarci.
L’impianto fotovoltaico è composto da diverti componenti. I principali sono:
Per poter capire se l’impianto fotovoltaico è conveniente bisogna fare alcune considerazioni. Innanzitutto, si deve considerare la superficie coperta dal sole sulla quale si installeranno i pannelli fotovoltaici. Di solito vengono installati su tetti o in giardini, se si tratta di immobili unifamiliari oppure sul solaio di un palazzo se si tratta di un condominio. In questo caso però bisogna chiedere il permesso a tutti i condomini.
I pannelli, tra l’altro, dovranno essere esposti alla giusta angolazione in base ai raggi solari. L’esposizione solare ideale sarebbe a Sud, Sud-Est oppure Sud-Ovest, mentre non conviene l’esposizione a Nord.
Dopo aver deciso dove installare l’impianto fotovoltaico secondo l’esposizione del Sole, bisogna decidere quanta superficie devono occupare. Infatti, è questa che determina la potenza dell’impianto. Nel tempo, per fortuna, la tecnologia ha fatto passi da giganti. Infatti, se fino a 10 anni fa per un impianto da 3 kilowatt picco (simbolo: kWp) erano necessari circa 25 metri quadri di superficie, attualmente sono sufficienti 13.
In realtà ciò che fa la differenza di un impianto fotovoltaico è l’inverter. Questo converte la corrente elettrica continua in corrente alternata che può essere utilizzata per gli elettrodomestici.
L’efficienza di un buon inverter è del 95-98% ma dipende anche se è presente uno o più ottimizzatori, cioè la parte elettrica che deve trovare la massima potenza. Ad esempio, prima, se su una parte dell’impianto fosse passata una nuvola, tutti i moduli avrebbero subito una riduzione di accumulo dell’energia. Ora, invece, non è più così questo perché gli inverter e gli ottimizzatori sono separati.
L’impianto fotovoltaico però produce l’energia solo durante il giorno quando splende il Sole, anche se alcuni ricercatori americani hanno scoperto che si può accumulare energia nei pannelli anche di notte. Per il momento però questa resta suolo una teoria.
Per utilizzare l’energia solare anche in altri momenti è necessario dotare l’impianto di un sistema di accumulo. Si tratta di una batteria per accumulare l’energia e utilizzarla nella rete privata risparmiando oppure rivenderla al Gestore dei servizi energetici (GSE). Tutto questo per aver un vantaggio fiscale doppio oltre al maxi risparmio in bolletta.
Non sempre però è facile dotare il fotovoltaico di un sistema di accumulo. I motivi sono soprattutto tre. Il primo è che se l’impianto è già installato senza accumulo è difficile inserirne uno senza fare un ammodernamento a tutto l’impianto con un ulteriore spesa.
Il secondo motivo riguarda le batterie che attualmente sono molto costose. Si vendono, infatti, intorno ai 1.000 euro al kilowatt per quelle al litio. Infine, il terzo motivo è la durata di queste. In effetti, hanno una vita molto breve. In media, la loro durata è di circa 10 anni perché durante il ciclo carica-scarica invecchiano prima diventando inefficaci.
Però, per raggiungere l’indipendenza energetica non si deve rinunciare a installare un impianto fotovoltaico, ma si possono utilizzare altre valide alternative: lo scambio sul posto oppure il ritiro dedicato.
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