L’andamento dei tassi sui mutui sta prendendo una piega al rialzo. Tuttavia, è ancora possibile comparare fisso e variabile e scegliere al meglio.
La situazione globale economica, il rialzo dei prezzi e l’inflazione stanno incidendo ovviamente anche sui tassi per i mutui. Le famiglie italiane, da sempre propense all’acquisto piuttosto che all’affitto, si trovano di fronte a costi più alti. Andiamo a vedere qual è la situazione attuale e come calcolare quale tipo di tasso conviene di più.
Per tutto il 2021 e per la prima parte del 2022 la richiesta di accesso ai mutui è stata proficua. Soprattutto per le agevolazioni offerte dal Governo. Ricordiamo che è stata innalzata l’età a 36 anni per la Garanzia dello Stato sull’acquisto della prima casa. Ad oggi, però, c’è un attimo di stallo perché gli aumenti generalizzati dei tassi stanno impattando sulle decisioni degli italiani. Non a caso, anche Codacons “denuncia” rincari di migliaia di euro per la stipula di un mutuo rispetto a gennaio.
Andando a leggere il report stilato da Bankitalia, l’accesso ai mutui fino al primo trimestre del 2022 è stato cospicuo. Si è registrato un andamento del +5% circa rispetto al passato, ed in linea con gli altri Paesi Europei. Sicuramente questo è accaduto per le agevolazioni previste dal Decreto Sostegni Bis, che ha dato accesso alla stipula dei mutui prima casa ad un’ampia platea di cittadini.
Le stime parlano di una “preferenza” verso i tassi fissi. Il 61% delle richieste, infatti, era orientata verso questa soluzione. Però già dall’inizio del 2022 i tassi fissi sono aumentati, e anche di un bel po’. I dati diffusi da Codacons mostrano il quadro reale della situazione. “i tassi fissi sono passati dallo 0,53% di gennaio all’1,75% di maggio (considerando IRS a 30 anni); dallo 0,57% all’1,86% (per IRS a 25 anni); dallo 0,60% all’1,97% (per IRS a 20 anni). Ciò causa della forte volatilità dell’Indice su cui si calcolano i mutui fissi, appunto l’IRS.” Secondo Codacons, “tengono meglio i mutui a tasso variabile basati su Euribor“.
Sempre Codacons illustra qualche esempio e mette in condizioni di comprendere quanto ad oggi possa costare accendere un mutuo. Un giovane di 35 anni che stipula un mutuo a tasso fisso di 100 mila Euro per 30 anni, oggi paga in totale quasi 20 mila Euro in più rispetto al passato. Il costo di un mutuo “classico” si aggira intorno a un +9.000€ di media.
La scelta però per quanto riguarda un tasso fisso o variabile non deve essere dettata dagli aumenti. Nello storico, ci sono sempre state oscillazioni in entrambe le tipologie di tasso. Dunque, preferire l’una o l’altra soluzione deriva dalle ipotesi di rischio intrinseche del momento che stiamo vivendo.
Nonostante gli aumenti, infatti, il tasso fisso è sempre più sicuro del variabile, che risente continuamente delle oscillazioni del mercato. Bisogna però anche prendere in considerazione la durata temporale del mutuo. Il variabile, se inferiore ai 20 anni, rimane conveniente. La cosa cambia quando la durata è di 20 o 30 anni.
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