Possono usufruire della pensione di vecchiaia coloro che hanno 67 anni d’età e 20 di contributi. Cosa accade se non si possiedono tali requisiti?
Negli ultimi anni sono intervenute numerose modifiche, che hanno stravolto le condizioni previste dalla legge per andare in pensione. Attualmente il sistema contempla la pensione di vecchiaia, con 67 anni d’età e 20 di contributi e varie forme di pensionamento anticipato, come APE volontario o sociale, Quota 102, Opzione Donna, pensione anticipata per mansioni usuranti.
Una nostra gentile Lettrice ha posto il seguente quesito:
“Buongiorno, compirò 63 anni a luglio. Nel 2013 sono stata assunta nel 118 da associazioni di volontariato, quindi ho pochi anni di contributi e non percepisco pensione di invalidità. Oltre allo stipendio, beneficio solo di un mantenimento di 50 euro al mese da parte del mio ex marito e possiedo una casa di proprietà, per la quale sto pagando un mutuo, fino al 2026. Vorrei sapere se anche io, un giorno, con tali requisiti, potrò avere diritto alla pensione. In attesa di risposta, cordiali saluti.”
L’attuale disciplina normativa fissa il diritto alla pensione di vecchiaia al raggiungimento dei 67 anni d’età e alla maturazione di almeno 20 anni di contributi. Tuttavia, per chi non riesce a soddisfare tali condizioni, è possibile accedere alla pensione con 71 anni d’età ed almeno 5 anni di contribuzione.
Analizziamo, nel dettaglio, il contenuto della legge.
Cosa succede ai lavoratori che hanno compiuto 67 anni d’età ma non hanno maturato i 20 anni di contribuzione, necessari per il diritto alla pensione di vecchiaia?
Se non possono trovare applicazione le tre deroghe della Legge Amato o della cd. Opzione Dini (che richiedono solo 15 anni di contributi), l’unica modalità disponibile è quella che prevede il compimento di 71 anni ed un minimo di 5 anni di contribuzione. È necessario, però, che gli anni contributivi ricadano tutti nel sistema contributivo.
Per tale motivo, possono usufruire della pensione di vecchiaia secondo questo metodo solo coloro che hanno iniziato a versare i contributi dopo il 31 dicembre 1995, oppure che li abbiano pagati alla Gestione Separata INPS.
In sintesi, la misura è rivolta esclusivamente ai cd. contributivi puri, escludendo i lavoratori con contributi antecedenti al 1996. Pur essendo una valida soluzione per chi, purtroppo, ha lavorato poco, non è consentita a tutti.
Leggi anche: “Pensione di vecchiaia anticipata: un’incredibile opportunità a partire da 56 anni per chi ha questi requisiti“.
Un altro aspetto molto importante da considerare è che la pensione di vecchiaia è concessa solo ai lavoratori che possono aspirare ad un assegno con un importo adeguato. Cosa significa? Attualmente, per l’accesso alla pensione di vecchiaia bisogna aver compiuto 67 anni d’età e 20 anni di contributi. Questi due requisiti, tuttavia, non bastano per coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996, i cd. contributivi puri.
Per tali lavoratori, infatti, la legge stabilisce anche un requisito economico, cioè la maturazione, alla data del pensionamento, di un assegno almeno di 1,5 volte superiore all’importo dell’assegno sociale. Quest’ultimo importo, però, varia ogni anno, a seconda dell’inflazione. Nel 2022, l’assegno sociale è pari a 6.085,43 euro e, quindi, per godere della pensione di vecchiaia a 67 anni, l’assegno pensionistico dovrebbe essere almeno di 9.128,15 euro.
Non tutti, purtroppo, riescono a soddisfare tale condizione, in particolare chi lavora da sempre con un contratto part-time o chi percepisce stipendi molto bassi.
Il motivo di questa differenziazione è dovuto alla circostanza che, nel caso di calcolo della pensione tramite sistema misto, la legge prevede l’integrazione al trattamento minimo, affinché l’assegno sia di almeno 524,34 euro al mese. Nel caso di calcolo con sistema contributivo, invece, l’integrazione non opera. È opportuno, dunque, valutare attentamente le scelte relative al pensionamento.
I lavoratori che non maturano il requisito economico hanno a disposizione due opzioni:
Dunque, chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996 e ha subito gli impatti della crisi del mercato del lavoro deve anche fare i conti con le problematiche relative ai presupposti per il congedo dal mondo lavorativo.
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