Le ferie sono un diritto stabilito dalla Costituzione e come tale ogni dipendente deve usufruirne per un certo numero all’anno.
Potrebbe succedere, però, che lo stipendio ricevuto durante il periodo di ferie sia più basso del normale. Questo di solito succede perché la somma dovuta potrebbe mancare di alcune voci che sono presenti solo nella busta paga dei giorni lavorativi.
Ma allora quanto ci costano i giorni di ferie nella busta paga? La risposta non è semplice perché le variabili sono molte. L’unica certezza è che le ferie aziendali, quando godute, devono essere al 100% retribuite. Ma niente vieta al datore di lavoro di riconoscere uno stipendio più basso. Andiamo con ordine e vediamo cosa dice la normativa in merito.
Il diritto alle ferie è sancito dall’articolo 36 della Costituzione in cui si legge: “lavoratore ha diritto al riposo settimanale e alle ferie annuali retribuite”. A stabilire quante ne spettano ci pensa l’articolo 2109 del Codice civile. Infatti, secondo l’articolo, al lavoratore spettano 4 settimane all’anno, suddivise in questo modo:
In realtà, in merito a quanto stabilito dal Codice civile, però, i contratti collettivi nazionali del lavoro (CCNL) prevedono per i lavoratori alcune condizioni più ottimali. Ad esempio, riconoscono più giorni di ferie. Ma nello stesso tempo, gli stessi contratti potrebbero essere sfavorevoli ai lavoratori. Come, ad esempio, non riconoscere alcune indennità durante il periodo di vacanza.
Comunque, l’importante è che la retribuzione fruita durante il periodo di vacanza sia adeguata. Cioè, lo stipendio del mese in cui si è fruito delle ferie non deve essere più basso rispetto agli altri mesi. Questo per non indurre il lavoratore a non fruire delle ferie. Ricordando che è un diritto costituzionale e come tale deve essere garantito.
Come si diceva, nello stipendio del mese in cui si sono fruite le ferie il lavoratore potrebbe notare delle voci mancanti. L’articolo 36 della Costituzione contiene un comma che stabilisce che il “lavoratore ha diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del suo lavoro”. Di conseguenza, la busta paga con le ferie è diversa da quella “normale”.
Il datore di lavoro, però, non può decidere a suo piacimento cosa togliere, ma deve rispettare il contratto CCNL. Soprattutto, deve garantire una corretta retribuzione.
Ma quali sono le voci ‘eliminate’? Si può dire che durante le ferie al lavoratore non sono retribuiti i compensi di natura occasionale, come le maggiorazioni del lavoro straordinario. Tranne nel caso in cui il CCNL comprende lo straordinario nella retribuzione globale di fatto. Altrimenti, anche se è indicato come straordinario fisso forfettizzato non sarà incluso nello stipendio.
Invece, resta la quota TFR (Trattamento di fine rapporto) perché la retribuzione è imponibile ai fini previdenziali, quindi per la pensione, anche durante le ferie.
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