L’indennità di accompagnamento è una misura economica che spetta a persone non in grado di camminare o di compiere atti di vita quotidiana.
Detto anche assegno di accompagnamento per ottenerlo serve un documento da richiedere al proprio medico oppure a un altro medico, se ricoverati in una struttura.
Si tratta del certificato medico che attesti la patologia e l’invalidità di cui si soffre. In seguito, è inviato all’INPS e poi collocati alla visita medica presso una commissione medica della ASL di appartenenza.
L’indennità di accompagnamento non spetta a tutti, ma solo alle persone invalidi totali oppure non in grado di camminare (deambulare) autonomamente. Ma soprattutto è erogato per quelle persone che sono incapaci di compiere i più comuni gesti di vita quotidiana: vestirsi, lavarsi, mangiare.
Si chiama di accompagnamento perché vuole essere un sostegno al caregiver familiare che si prende cura di una persona con disabilità oppure per chiedere aiuto e assistenza esterna nel caso in cui non sia presente un familiare.
Per ottenerlo l’interessato (o il caregiver), a prescindere dall’età o dal reddito, deve inviare una domanda all’INPS. Qualora la domanda fosse respinta, con l’assistenza di un giudice si potrebbe ricorrere al giudice entro 6 mesi dall’invio del verbale di rifiuto.
Prima dell’invio della domanda però è necessario munirsi del certificato medico specifico per l’indennità di accompagnamento è un documento importantissimo. Infatti, tramite questo sarà possibile richiedere all’INPS assegno di accompagnamento che attualmente (nel 2022) è di 528,94 euro al mese per 12 mesi.
Ma attenzione a come si compila perché anche con una minima omissione nei contenuti il beneficiario potrebbe perdere l’assegno.
Come detto, il certificato medico per l’indennità di accompagnamento dovrà essere richiesto al medico curante o di famiglia. Dovrà essere munito di codice identificativo univoco, ossia di un numero di protocollo assegnato in automatico dal sistema informatico al momento della richiesta. Questo codice identificativo andrà riportato anche nella domanda da inviare, sempre in via telematica, all’INPS.
Se la domanda è stata riconosciuta, l’assegno sarà erogato dal mese successivo alla presentazione della domanda. Spesso, però, essendo l’iter burocratico molto lungo, non sempre l’assegno è erogato in tempo. Ma sarà possibile richiedere gli arretrati.
Il certificato, da alcuni anni, ha delle caselle precompilate che il medico deve barrare se ritiene che l’assistito abbia o meno necessità di percepire l’indennità di accompagnamento. Risulta essere una specie di valutazione anticipata per poi orientare il giudizio della commissione medica dell’ASL.
Nello specifico, le domande a cui il medico di famiglia deve rispondere mettendo o meno una spunta sono due:
Nel caso in cui il medico non spunti le caselle oppure il certificato medico è negativo l’indennità di accompagnamento potrà essere erogata ugualmente. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione in una recente sentenza (Cass. civ., sez. VI – L, ord. 10 giugno 2022, n. 18761).
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