La forma grave di Covid può colpire anche i vaccinati. Esperti italiani hanno scoperto il perché.
Siamo nell’ambito di risposta immunitaria, anticorpi, vaccini e reazioni “collaterali”. Oggi abbiamo una risposta in più ad alcuni eventi che avevano suscitato dubbi nel mondo scientifico.
La risposta, tra l’altro arriva da uno studio italiano. Dopo i primi mesi di “panico” dato dall’arrivo del Coronavirus, abbiamo vissuto due anni molto intensi. Le numerose vittime, le restrizioni, i cambiamenti di abitudini cui eravamo abituati. L’arrivo dei vaccini, della speranza di guarigione per milioni di persone.
Ma poi anche i problemi legati alla Sanità, al fenomeno di reazioni avverse proprio sui vaccini salvavita, di cui ancora non si conosce l’entità. E ancora, la crisi economica, la guerra, l’incubo pandemia che potrebbe tornare ogni inverno. E la probabile inefficacia delle pillole contro il Covid. Per non parlare poi dei nuovi virus, che sembra stiano prendendo una “forza” mai vista prima.
In uno scenario così “apocalittico”, però, fortunatamente c’è chi lavora senza sosta. Per darci più sicurezze, e soprattutto soluzioni. È il caso di alcuni team di scienziati, che hanno fatto un passo in avanti nella comprensione degli effetti dei vaccini e soprattutto nella risposta immunitaria di alcuni soggetti.
Science Immunology è una rivista che pubblica mensilmente ricerche, letteratura e aspetti che riguardano l’immunologia nel suo insieme. Ed è proprio in questa rivista che è stato pubblicato un importante studio.
Il team di scienziati che l’ha redatto è internazionale e tra i ricercatori compaiono anche quelli italiani. Più precisamente personale di spicco degli ospedali Civili di Brescia, del Policlinico San Matteo di Pavia, del Bambino Gesù di Roma e dell’Università di Roma Tor Vergata.
Lo studio aveva come scopo comprendere come mai alcuni soggetti, nonostante avessero ricevuto almeno 2 dosi di vaccino, manifestassero la forma grave di Covid. Ecco cosa è emerso. I risultati di questo studio, tra l’altro, potranno dare un concreto contributo allo sviluppo di nuovi vaccini, migliorati e più adatti a tutte le diversità di risposta immunitaria.
C’è una cosa che infatti gli scienziati hanno compreso durante questi due anni. Ovvero, che di fronte all’infezione da Covid si è verificata una enorme eterogeneità clinica nelle varie popolazioni del mondo.
A seguito di ricoveri per una grave forma di polmonite nonostante il vaccino, alcuni scienziati hanno deciso di esaminare i dati. Sono stati presi in considerazione 48 pazienti di età compresa tra i 20 e i 68 anni.
Dai dati è emerso che queste persone avevano un malfunzionamento degli anticorpi. Che ha causato un indebolimento generico delle difese e quindi più vulnerabilità alla forma grave del Covid.
Più precisamente, come ci spiegano meglio le parole di Giuseppe Novelli dell’Università di Roma Tor Vergata, “La presenza di auto-anticorpi anti-Ifn è alla base di un difetto di risposta nell’immunità intrinseca. Che ha di fatto superato la normale immunità adattativa indotta dalla vaccinazione”.
In sostanza, grazie a questa scoperta, i Medici potranno individuare i soggetti più a rischio di contrarre la forma grave del virus. Cercando questi auto anticorpi, si potranno attuare tutte le misure necessarie per evitare i ricoveri e le polmoniti.
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